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ULTIM’ORA – Il Governo introduce una nuova “tassa sulla salute”: dobbiamo pagarla tutti | Adesso è vietato anche ammalarsi

Bambini e anziani malati (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Bambini e anziani malati (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

La nuova strategia fiscale divide l’opinione pubblica e accende il dibattito tra tutela sanitaria e libertà individuale.

Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di salute non solo in ambito medico, ma anche economico. Eh sì, perché pare che oggi curare i cittadini costi troppo e, per affrontare il problema, qualcuno sta pensando a soluzioni che toccano le tasche di tutti.

La questione è delicata: da un lato c’è la necessità di salvare i sistemi sanitari, dall’altro c’è chi si chiede quanto sia giusto farlo attraverso nuove imposte. In effetti, l’idea di “tassare per curare” suona un po’ strana. Ma è proprio questo l’approccio che molti governi e organizzazioni stanno valutando. L’obiettivo?

Spingere le persone a cambiare abitudini e allo stesso tempo raccogliere fondi per finanziare cure, ospedali, servizi essenziali. La teoria non fa una piega, ma nella pratica le reazioni sono tutt’altro che entusiaste.

Ecco, mettiamola così: quando ti dicono che pagherai di più per qualcosa che usi ogni giorno, la diffidenza è inevitabile. In giro, infatti, non manca chi parla di ingerenze, di limitazione della libertà personale, persino di strategie poco trasparenti.

Timori e malumori

Alcuni temono che dietro le buone intenzioni si nasconda solo un altro modo per fare cassa. È un sospetto che circola spesso, specie quando le nuove tasse colpiscono beni popolari. E se poi i soldi raccolti non tornano davvero alla sanità, la fiducia crolla del tutto.

La domanda vera è: che fine faranno queste entrate? Saranno davvero usate per potenziare ospedali e prevenzione? O finiranno per tappare altri buchi? Ecco, è proprio qui che il discorso si fa interessante. Perché non si tratta solo di una tassa, ma di una visione più ampia del futuro della sanità pubblica.

Fumo di sigaretta (Pixabay foto) - www.biomedicalcue.it
Fumo di sigaretta (Pixabay foto) – www.biomedicalcue.it

Una spinta e un obiettivo ambizioso

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di passare all’azione. Come riporta quotidianosanità.it, ha presentato la sua proposta: si chiama “3 by 35” e punta a far aumentare i prezzi di alcol, tabacco e bevande zuccherate del 50% entro il 2035. Una mossa forte, pensata per affrontare due problemi enormi allo stesso tempo: le malattie croniche e la carenza di fondi per la salute pubblica. L’idea è semplice, almeno sulla carta: far costare di più i prodotti considerati dannosi, così da spingerne meno il consumo, e allo stesso tempo raccogliere fino a 1.000 miliardi di dollari in dieci anni.

A parlarne è stato anche il dottor Jeremy Farrar, uno dei volti dell’OMS, che ha detto chiaramente che “è ora di agire”. Secondo lui, queste tasse sono tra le armi più potenti per migliorare la salute pubblica e dare respiro a scuola, assistenza e protezione sociale. In sostanza, l’OMS vuole che i governi introducano (o rafforzino) accise specifiche su determinati prodotti: sigarette, superalcolici e bibite zuccherate. Lo scopo è ridurne la diffusione e prevenire milioni di morti nei prossimi decenni. Stando ai dati forniti, questa singola misura potrebbe evitare 50 milioni di decessi prematuri in 50 anni.