Ultim’ora – Ammalati in rivolta: i farmaci costeranno ancora di più | Nessun aiuto dal Governo: o paghi o muori

Anziano e medicinali (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Il prezzo della salute cambia equilibrio: la nuova dinamica globale sui farmaci minaccia l’Europa e non solo.
Nel panorama attuale della sanità globale, il tema dei farmaci accessibili continua a rappresentare uno dei nodi più complessi e controversi. Dietro ogni confezione, dietro ogni principio attivo, si cela una rete intricata di interessi economici, strategie geopolitiche e politiche pubbliche che definiscono chi può permettersi le cure e chi no.
Ogni azione regolatoria, ogni tentativo di riforma, si scontra con una realtà consolidata: quella di un mercato globale che premia chi può trattare da una posizione di forza e penalizza chi dipende dall’esterno per la propria fornitura di farmaci essenziali.
In questo contesto di crescente tensione economica, si intensifica anche il dibattito pubblico. Le associazioni di pazienti, i medici, le famiglie dei malati cronici, chiedono con sempre maggiore insistenza trasparenza e misure di contenimento, mentre le aziende difendono la necessità di sostenere la ricerca e l’innovazione.
L’equilibrio tra diritto alla salute e sostenibilità del sistema sembra dunque sempre più fragile. Le promesse di equità si scontrano con la realtà di bilanci pubblici in affanno e di pressioni internazionali che impongono scelte complesse. In questo scenario, ogni intervento da parte di una grande potenza può modificare le regole del gioco anche per chi vive a migliaia di chilometri di distanza.
Le nuove direttive ridefiniscono i costi
Un’azione destinata a spostare drasticamente i costi globali dei farmaci arriva direttamente da Washington, come riporta anche Ansa. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per abbassare i prezzi dei medicinali negli Stati Uniti, equiparandoli a quelli pagati nei Paesi in cui costano meno. La misura, che applica la cosiddetta “politica della nazione più favorita”, mira a porre fine alla storica sproporzione tra i prezzi americani e quelli internazionali.
Oltre a ridurre il peso delle intermediazioni nel sistema sanitario, l’iniziativa punta a ridimensionare i margini di Big Pharma, che fino a oggi ha goduto di ampi benefici grazie a un sistema poco regolato. Ma a pagare il conto di questo riequilibrio, ha sottolineato lo stesso Trump, dovranno essere gli altri: “L’Europa e il resto del mondo dovranno pagare un pò di più, mentre gli Stati Uniti pagheranno un pò di meno”. Ma cosa significa questo?
Un nuovo carico per il vecchio continente
Con il cambio di strategia annunciato dalla Casa Bianca la pressione sui sistemi sanitari europei rischia di aumentare in modo diretto, come riporta Investireoggi. Se gli Stati Uniti riusciranno davvero a ottenere prezzi più bassi dai colossi farmaceutici, questi ultimi cercheranno di recuperare i margini persi altrove. L’Europa, tradizionalmente considerata un mercato meno remunerativo ma stabile, potrebbe diventare il nuovo bersaglio di un riequilibrio dei costi su scala globale. Non si tratta solo di ipotesi: lo spostamento degli oneri, già visto in altri settori strategici, ora sembra replicarsi anche in campo sanitario.
Per i cittadini europei, e quindi anche italiani, questo si tradurrebbe in prezzi più elevati per i farmaci, anche per quelli prodotti dalle stesse aziende e negli stessi stabilimenti. La fine della disparità di prezzo tra Stati Uniti e resto del mondo, che aveva favorito l’Europa, rischia di innescare una nuova fase di austerità sanitaria. A pagare saranno i pazienti, i servizi pubblici e i sistemi di welfare già indeboliti. In assenza di accordi di compensazione o politiche di contenimento coordinate, il peso economico delle cure potrebbe spostarsi in modo netto sulle spalle degli europei.