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Tumore al polmone a piccole cellule: diagnosi, cause, cure e nuove frontiere terapeutiche

Cos’è il microcitoma polmonare, la forma più aggressiva di tumore al polmone. Sintomi, cause, screening, trattamenti e prospettive terapeutiche.

Il tumore al polmone a piccole cellule, noto anche come microcitoma polmonare, rappresenta circa il 10-15% dei tumori polmonari. Sebbene meno frequente rispetto al carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), è decisamente più aggressivo e tende a diffondersi rapidamente ad altri organi, spesso già al momento della diagnosi.

Il microcitoma origina nei grossi bronchi e si caratterizza per la presenza di cellule tumorali molto piccole ma ad altissima velocità replicativa. Proprio questa crescita rapida contribuisce alla sua elevata mortalità: le stime più recenti indicano che solo il 10% dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi.

Fattori di rischio e sintomi: il legame con il fumo

Il principale fattore di rischio per il microcitoma è il fumo di sigaretta. Oltre il 95% dei pazienti affetti è o è stato un forte fumatore. Questo tumore, inoltre, si associa spesso ad altre patologie croniche legate al fumo, tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattie cardiovascolari e insufficienza respiratoria.

I sintomi iniziali sono aspecifici e spesso trascurati, il che complica la diagnosi precoce. Tra i segnali d’allarme più comuni si segnalano:

  • Tosse persistente
  • Affaticamento inspiegabile
  • Dispnea (difficoltà respiratoria)
  • Dolore toracico o comparsa di infezioni respiratorie ricorrenti

La comparsa di sintomi sistemici come perdita di peso e astenia può indicare una diffusione metastatica.

Screening e diagnosi precoce: la Rete Italiana Screening Polmonare (RISP)

Per contrastare la mortalità legata al tumore del polmone, in Italia è stata avviata la Rete Italiana Screening Polmonare (RISP), un programma che prevede l’utilizzo della Tomografia Computerizzata a basso dosaggio (LDCT) per individuare precocemente le neoplasie polmonari nei soggetti a rischio.

Il target della RISP include:

  • Persone tra 55 e 75 anni
  • Forti fumatori: almeno 15 sigarette al giorno per oltre 25 anni o 10 sigarette al giorno per oltre 30 anni
  • Ex fumatori che hanno smesso da meno di 10 anni

La LDCT ha dimostrato di ridurre la mortalità per tumore polmonare di circa il 20%, con un impatto significativo anche sui costi sanitari indiretti. Tuttavia, la maggior parte dei tumori scoperti tramite screening non sono microcitomi: la diagnosi precoce di tumore a piccole cellule è ancora un’eccezione.

Terapie disponibili: chirurgia, chemio e immunoterapia

Nel caso raro in cui il tumore venga individuato in fase localizzata, è possibile intervenire con chirurgia seguita da chemioterapia adiuvante. Tuttavia, nella maggioranza dei pazienti il microcitoma è diagnosticato in fase avanzata, dove l’approccio terapeutico prevede:

1. Chemioterapia sistemica

Il trattamento di prima linea consiste in una combinazione di platino ed etoposide. Nonostante l’iniziale risposta positiva, spesso si osserva una recidiva rapida con resistenza al trattamento.

2. Radioterapia

La radioterapia toracica può essere integrata nei pazienti con malattia limitata. È inoltre considerata la profilassi cranica (PCI) per ridurre il rischio di metastasi cerebrali, frequenti nei microcitomi.

3. Immunoterapia: nuove prospettive

Negli ultimi anni l’immunoterapia ha modificato l’algoritmo terapeutico del microcitoma in fase avanzata. Due molecole in particolare, durvalumab e atezolizumab, sono state approvate in combinazione con la chemioterapia standard, mostrando un incremento significativo della sopravvivenza globale.

Queste terapie agiscono bloccando i checkpoint immunitari e riattivando la risposta del sistema immunitario contro le cellule tumorali, migliorando il controllo della malattia e offrendo ai pazienti una speranza in più, pur in un contesto clinico complesso.

Una sfida aperta per la medicina di precisione

Nonostante i progressi terapeutici, il microcitoma resta una delle forme tumorali con prognosi più infausta. Il basso tasso di sopravvivenza, la diagnosi tardiva e l’alta probabilità di recidiva rendono questo tumore una sfida aperta per l’oncologia toracica.

La direzione futura della ricerca punta sulla medicina di precisione, su biomarcatori predittivi e su nuove combinazioni terapeutiche. Estendere lo screening polmonare nei LEA e uniformarlo a livello nazionale è oggi una priorità per aumentare l’impatto della prevenzione anche sul microcitoma.

Come ricordato da Massimo Di Maio (AIOM): “Le persone che parlano del microcitoma come di una malattia superata sono ancora pochissime. È fondamentale investire su diagnosi precoce, ricerca e innovazione terapeutica per cambiare questo scenario”.

Published by
Carolina Valdinosi