“Togliti subito l’orologio dal polso”: ogni volta che guardi l’ora accumuli tossine per il tuo corpo | Questi sono pericolosissimi
Orologio e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Guardare l’orologio non è più un gesto così innocente come sembra: questi modelli nascondono delle insidie.
Alzare il polso e dare un’occhiata all’ora… un gesto che facciamo senza nemmeno pensarci. Un’abitudine talmente radicata che ormai è quasi un riflesso. Eppure oggi non si tratta solo di controllare i minuti che passano: con i nuovi dispositivi al polso, quella piccola azione racchiude molto di più di quanto immaginiamo.
Gli orologi moderni hanno smesso da un pezzo di essere semplici segnatempo. Contano passi, battiti cardiaci, qualità del sonno e perfino il livello di ossigeno nel sangue. In poche parole, sono diventati dei veri assistenti personali da portare sempre addosso. In pochi anni si è passati dalle lancette a schermi touch che ci avvisano quando arriva una mail, ci ricordano di alzarci dalla sedia e a volte ci dicono persino di… respirare.
Il motivo del loro successo è abbastanza chiaro: sono pratici, belli da vedere e hanno cinturini di mille colori e materiali. Un accessorio che unisce moda e tecnologia, utile tanto a chi corre la mattina quanto a chi lavora otto ore seduto in ufficio. Ormai c’è chi lo indossa anche la notte, convinto che ogni dato raccolto possa fare la differenza sul proprio benessere.
Ma, come spesso succede con le cose che sembrano perfette, c’è anche un lato meno raccontato. Non riguarda la batteria che dura poco o i display che si rigano facilmente, ma il contatto costante con la pelle. Ore e ore di utilizzo, tutti i giorni, con materiali che non sempre sono così innocui come appaiono.
Segnali che meritano attenzione
Negli ultimi tempi, diversi gruppi di ricerca hanno iniziato a porsi una domanda semplice ma importante: cosa contengono davvero i materiali che indossiamo? Non basta che un cinturino sia comodo o resistente, perché resta a stretto contatto con la pelle. E se in mezzo ci fossero anche sostanze indesiderate, la questione diventerebbe un po’ più seria.
Proprio per questo alcuni studiosi hanno deciso di concentrare l’attenzione su un accessorio ormai onnipresente: il cinturino dello smartwatch. Le analisi hanno fatto emergere risultati che hanno aperto un dibattito piuttosto acceso, andando oltre il discorso della moda o della praticità.
Cosa hanno scoperto gli studiosi
Una ricerca dell’Università di Notre Dame ha portato a galla un dato che non passa inosservato: in 15 cinturini su 22 di modelli molto diffusi sono stati trovati i cosiddetti PFAS, sostanze chimiche soprannominate “inquinanti eterni”. La notizia è stata riportata anche da OK!Mugello e ha subito fatto discutere.
Questi composti, come il PFOA e il PFHxA, hanno una caratteristica particolare: resistono al tempo e tendono ad accumularsi sia nell’ambiente sia nel corpo umano. Gli esperti avvertono che potrebbero avere effetti pesanti. Il problema non è tanto vederli scritti in un’etichetta tecnica (spesso sotto il nome “fluoroelastomer”), quanto il fatto che il polso li tiene a contatto diretto con la pelle per ore, soprattutto quando si suda o si fa attività fisica. Una condizione che potrebbe facilitare l’assorbimento, trasformando un dettaglio nascosto in un rischio concreto.