Sperimentazioni più etiche: la tecnologia che riduce l’uso di animali per il test di nuovi farmaci

Verso un'etica maggiore (pixabay.com) - www.biomedicalcue.it
Sperimentazioni più etiche? Forse è possibile. Ecco la tecnologia che riduce virtuosamente l’uso di animali per il test di nuovi farmaci
Come evidenziato da Zanichelli.it, milioni di animali vengono utilizzati ogni anno per testare la tossicità di nuovi farmaci e prodotti agricoli (fertilizzanti e pestici), casalinghi, additivi alimentari, pro dotti dell’industria (coloranti, vernici e altro), cosmetici e prodotti per l’agricoltura.
Tuttavia, dopo tutto il progresso compiuto dalla scienza, non è ancora possibile utilizzare tecniche alternative? I test sugli animali sono utilizzati per determinare se un farmaco, anche se efficace nel curare una malattia specifica, può essere dannoso per l’organismo umano. Ma forse una via alternativa è disponibile.
La sperimentazione farmacologica ha compiuto un significativo progresso grazie a una nuova tecnologia sviluppata dai ricercatori dell’Università di Zurigo, la quale promette di ridurre notevolmente l’uso di animali nei test preclinici.
Come riferito dall’Università di Zurigo e Science Daily, questa innovazione consente di testare simultaneamente fino a 25 anticorpi su un singolo esemplare murino, accelerando il processo di sviluppo di nuovi farmaci e diminuendo il numero di cavie richieste.
Una rivoluzione medica
Gli anticorpi, essenziali per molte terapie moderne, svolgono la loro azione terapeutica identificando specifiche strutture presenti sulla superficie cellulare o molecolare, allegate a esse. Fino a questo momento, i test preclinici richiedevano che ogni anticorpo venisse esaminato individualmente su modelli animali, comportando l’impiego di un numero elevato di cavie. Tuttavia, grazie all’impegno dei gruppi di ricerca guidati da Markus Seeger e Johannes vom Berg, questa prassi potrebbe subire una radicale trasformazione.
Il fulcro di questa rivoluzione risiede nell’uso dei “flycodes”, frammenti proteici impiegati come codici a barre per contrassegnare in modo univoco ciascun anticorpo. Questi marcatori permettono di distinguere le diverse molecole testate, consentendo il loro recupero e analisi separata al termine dell’esperimento. Come evidenziato dallo studio, pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, i flycodes offrono dati preclinici di elevata qualità, riducendo non solo il numero di animali impiegati, ma migliorando anche la precisione dei risultati grazie alla possibilità di confrontare direttamente i vari anticorpi.
Come funziona la tecnologia
Un esempio concreto dell’efficacia di questa tecnologia concerne due anticorpi utilizzati in oncologia, che hanno identificato correttamente il recettore EGF, predominante sulle cellule tumorali, anche quando somministrati insieme ad altri 20 anticorpi. Inoltre, la tecnologia ha permesso l’analisi simultanea delle proprietà di 80 biomolecole simili a farmaci in un’unica sperimentazione.
L’impatto potenziale di questa scoperta è considerevole. Secondo il dott. Seeger, la nuova tecnologia potrebbe ridurre l’impiego di animali fino a 100 volte, ottimizzando le risorse e incrementando l’efficienza della fase preclinica nello sviluppo di farmaci. I dati di questo studio sono stati ottenuti utilizzando soltanto 18 topi, dimostrando la concreta possibilità di ridurre drasticamente l’impiego di animali nella ricerca senza compromettere la qualità dei risultati. In sintesi, il lavoro svolto da Seeger e vom Berg segna un cambiamento che potrebbe trasformare il futuro della ricerca biomedica, rendendola più rapida, efficiente ed eticamente sostenibile.