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Sicilia, primo trapianto di cuore da donatore a cuore fermo: intervento storico a Palermo

Illustrazione di un'operazione (Canva FOTO) - biomedicalcue.it

Illustrazione di un'operazione (Canva FOTO) - biomedicalcue.it

A Palermo è stato eseguito un intervento che entrerà nella storia della medicina. E’ il primo trapianto da donatore a cuore fermo.

Certe notizie non passano inosservate, specialmente quando si tratta di traguardi medici. In Sicilia è appena avvenuto qualcosa di straordinario: il primo trapianto di cuore da donatore a cuore fermo. Un risultato che pochi avrebbero immaginato.

L’operazione, come riportato da un comunicato dell’UPMC, è il frutto del lavoro sinergico tra ARNAS Civico, il Centro Regionale Trapianti della Sicilia (CRT) e l’IRCCS ISMETT–UPMC. Una collaborazione solida, capace di coordinare ogni fase con rigore e precisione. 

Nel panorama dei trapianti, il confronto tra donatori a morte celebrale e quelli a morte circolatoria controllata (DCD) è cruciale. Nel secondo caso, il cuore è fermo e deve essere riattivato con tecniche particolari.

Quella di Palermo ha affrontato proprio questa sfida: tempo, temperatura, coordinamento e tecnologia senza margine di errore. E’ un vero e proprio primato, un’operazione che farà da apripista per altre simili!

Contesto e significato della procedura

Trapiantare un cuore fermo richiede uno sforzo organizzativo imponente. Si parla di Donation after Circulatory Death (DCD), la pratica che prevede la donazione quando il cuore ha smesso di battere. È un approccio innovativo che amplia il bacino dei donatori, ma richiede protocolli molto rigorosi: gestione dell’ischemia, tempi ristrettissimi e utilizzo di tecnologie come l’ECMO (ossigenazione extracorporea).

Il trapianto in Sicilia non è stato un esperimento isolato, bensì il risultato di una pianificazione attenta. Dopo la diagnosi di danno cerebrale irreversibile, il donatore è stato trasferito all’ISMETT–UPMC, dove è partita l’attivazione dell’ECMO per minimizzare i danni ischemici. Ogni fase, dal trasporto alla raccolta del cuore fino alla sua impiantazione, è stata sincronizzata “down to the minute” (quindi, con estrema precisione), dimostrando un livello di organizzazione chirurgica davvero avanzato.

Illustrazione di un trapianto (Canva FOTO) - biomedicalcue.it
Illustrazione di un trapianto (Canva FOTO) – biomedicalcue.it

Risultati, impatto e prospettive future

Il paziente trapiantato è stato dimesso in buone condizioni cliniche, confermando il successo dell’intervento. Secondo il comunicato ufficiale di UPMC Italy, questo traguardo non è solo rilevante per la Sicilia, ma rappresenta un avanzamento per l’intero sistema nazionale dei trapianti. Ha mostrato come, con le giuste competenze e infrastrutture, sia possibile includere donatori a cuore fermo nella lista dei potenziali donatori.

L’evento si inquadra in un contesto internazionale più ampio: molti centri negli Stati Uniti e in Europa stanno adottando protocolli DCD per superare la cronica scarsità di organi. Questo trapianto italiano, per la sua portata e il successo clinico, offre un modello concreto su cui fare affidamento per il futuro.