Se vivi qui, i tuoi figli avranno il diabete | Agenzie immobiliari già in stato di allerta: le case resteranno invendute per anni
Famiglia di spalle (Pixabay foto) - www.biomedicalcue.it
Vivere qui potrebbe non essere così salutare come si è sempre pensato: uno studio riapre il dibattito sulla salute dei bambini.
Non ci pensiamo mai davvero, ma il luogo dove cresciamo potrebbe dire molto di più sulla nostra salute di quanto immaginiamo. Non parliamo solo della qualità dell’aria o dell’accesso agli ospedali, ma proprio del fatto che la geografia – sì, quella – potrebbe incidere sulla probabilità di ammalarci.
Detto così suona assurdo, eppure c’è chi ha deciso di indagare sul serio questa possibilità. Negli ultimi tempi alcuni studiosi hanno iniziato a guardare con più attenzione ai primi anni di vita dei bambini, un periodo delicato in cui il sistema immunitario si costruisce quasi da zero.
E a quanto pare, non conta solo ciò che mangiano o i geni che ereditano: anche dove vivono – letteralmente – può cambiare tutto. È un’ipotesi che fa riflettere e, diciamolo, anche un po’ inquieta sotto certi aspetti.
Una scoperta del genere potrebbe non restare confinata nei laboratori o tra le pagine delle riviste scientifiche. Il settore immobiliare potrebbe finire travolto da una vera e propria crisi di fiducia. Se certe zone vengono percepite come pericolose per la salute dei bambini, chi vorrebbe ancora comprarci casa?
Possibili terremoti nel mercato
In un mercato già traballante, queste notizie rischiano di essere un colpo durissimo. Le conseguenze non si vedono ancora, ma potrebbero svilupparsi. A pensarci bene, se una casa perde valore solo perché si trova nel “posto sbagliato”, non è più una questione di prezzo o metratura. È una rivoluzione.
Le famiglie potrebbero iniziare a informarsi su mappe di rischio, dati sanitari, statistiche ambientali… roba che finora interessava solo agli addetti ai lavori. Chi si occupa di compravendite dovrà aggiornarsi in fretta, o rischia di restare indietro.
Un dettaglio che può cambiare tutto
Come riporta Adnkronos, a sollevare il polverone è uno studio condotto da Samy Sebraoui, Soffia Gudbjornsdottir e altri ricercatori dell’università di Göteborg. La loro conclusione? Crescere in campagna nei primi cinque anni può aumentare – anche parecchio – il rischio di diabete di tipo 1. I risultati saranno presentati al Congresso Easd di Vienna a settembre, ma già adesso stanno facendo discutere. Nessuno si aspettava qualcosa del genere, a essere sinceri.
Lo studio ha preso in esame oltre 21mila casi di diabete 1 diagnosticati tra il 2005 e il 2022. E la mappa che ne è uscita è… sorprendente. Tutti i “cluster” ad alto rischio sono in zone rurali, lontano dalle città. Le aree urbane, invece, mostrano percentuali decisamente più basse. In alcuni casi, il rischio cala anche dell’88% rispetto alla media.
Gli scienziati si stanno interrogando su cosa possa proteggerli: magari certe infezioni virali comuni in città che, paradossalmente, allenano il sistema immunitario? Nel dettaglio, sono stati identificati 11 cluster ad alto rischio e 15 a basso rischio. Tutti i primi sono in campagna, tutti i secondi in città. I bimbi delle aree rurali, in pratica, hanno fino a 2,7 volte in più la probabilità di ammalarsi. In città, invece, sembrano più “protetti”. I motivi? Forse l’esposizione a pesticidi, forse agli allergeni. Ma anche lo stile di vita, meno prevedibile e più variabile.