Scopri l’Alzheimer troppo tardi: colpa di questo sintomo che nessuno conosce | Compare per primo ma tutti lo ignorano
Sintomi Alzheimer (Canva foto) - www.biomedicalcue.it
Un sintomo precoce dell’Alzheimer viene spesso scambiato per altro: per questo la diagnosi arriva spesso troppo tardi.
La memoria che vacilla, le parole che sfuggono, i nomi dimenticati: segnali che, in molti casi, non vengono presi sul serio. I piccoli vuoti che possono sembrare comuni nel quotidiano rischiano invece di rappresentare un primo campanello d’allarme importante.
Eppure, troppo spesso si preferisce minimizzare, attribuendo questi episodi allo stress, alla stanchezza o semplicemente all’età che avanza.
Esiste una forma di negligenza inconsapevole che si ripete in molte famiglie. Si osserva, si nota qualcosa di diverso, ma si temporeggia. Si aspetta che il quadro si faccia più chiaro, che il sintomo diventi evidente. In questo modo però si perde un tempo prezioso, fondamentale per poter intervenire in modo efficace.
La diagnosi precoce, ormai lo confermano in molti, è l’unica vera possibilità per tentare di rallentare la malattia.
I sintomi dell’Alzheimer
L’Alzheimer è una malattia subdola: non si annuncia con clamore, ma con sfumature. Chi ne è colpito spesso è il primo a non accorgersene. E chi gli sta intorno tende a non voler vedere. Questo meccanismo di negazione iniziale fa sì che la patologia venga riconosciuta solo quando i danni sono già avanzati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di numeri drammatici per i prossimi decenni, con un rischio che raddoppia dopo i 75 anni.
Nel tentativo di prevenire, diventa allora essenziale saper identificare i segnali giusti. Tuttavia, uno dei sintomi più rivelatori e più sottovalutati dell’Alzheimer compare spesso prima di ogni altro, ma viene sistematicamente trascurato.
Quando il sintomo è scambiato per un altro problema
Il sintomo in questione è la perdita dell’udito. Un segnale che compare per primo, ma che raramente viene associato a problemi cognitivi. Chi ne è colpito tende a rivolgersi direttamente a un otorino, pensando a un problema meccanico o legato all’età. In realtà, diverse ricerche stanno evidenziando una relazione molto stretta tra l’ipoacusia e l’Alzheimer, con un rischio maggiore di sviluppare la malattia nei soggetti che lamentano un calo dell’udito già lieve.
Come riporta Il Sussidiario, l’identificazione precoce dei sintomi, compresi quelli sensoriali, è al centro di nuove ricerche. Lo studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con l’Università di Firenze ha dimostrato l’efficacia di nuovi strumenti diagnostici non invasivi per riconoscere l’Alzheimer in fase iniziale. Eppure, se un paziente inizia a non sentire bene, il passaggio al neurologo non avviene: si perdono mesi preziosi, si rimanda, e si arriva dal medico quando i sintomi cognitivi sono ormai evidenti.