Parkinson, puoi riconoscerlo anni prima che compaiano i tremori | Basta fare questo esame: nasconde il primo sintomo
Parkinson (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Un esame specifico ti aiuterà ad identificare tempestivamente se hai i sintomi da parkinson. Ecco quale devi fare.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce principalmente il controllo dei movimenti del corpo. Si tratta di una patologia cronica che coinvolge la degenerazione dei neuroni dopaminergici in una specifica area del cervello chiamata “substantia nigra”.
La dopamina è una sostanza fondamentale per la trasmissione dei segnali tra le cellule nervose, in particolare per la regolazione dei movimenti: quando i livelli di dopamina si riducono, iniziano a manifestarsi i sintomi tipici del Parkinson.
Tra i sintomi più comuni ci sono il tremore a riposo, la rigidità muscolare, la lentezza nei movimenti (bradicinesia) e i disturbi dell’equilibrio. Con il progredire della malattia, possono comparire anche sintomi non motori, come depressione, ansia, disturbi del sonno, difficoltà cognitive e alterazioni dell’olfatto.
La diagnosi viene effettuata principalmente attraverso l’osservazione clinica, ma in alcuni casi si ricorre a esami di neuroimaging per escludere altre cause. Nonostante non esista una cura definitiva per il Parkinson, numerose terapie farmacologiche e riabilitative permettono di alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Come agire
I farmaci più utilizzati agiscono sul sistema dopaminergico per compensare la carenza di dopamina, mentre l’attività fisica, la fisioterapia e il supporto psicologico giocano un ruolo importante nel mantenere l’autonomia e la funzionalità quotidiana.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha compiuto significativi progressi, con studi che esplorano nuove terapie, come la stimolazione cerebrale profonda (DBS), le cellule staminali e trattamenti personalizzati basati sulla genetica. La consapevolezza pubblica e il supporto alle persone affette da Parkinson sono cresciuti, grazie all’impegno di associazioni, medici e caregiver. Il Parkinson è una sfida complessa, ma con un approccio multidisciplinare si possono affrontare le difficoltà quotidiane con maggiore serenità.
Fai questo esame
Come riportato su il meteo.net, recenti studi scientifici stanno rivoluzionando la comprensione del morbo di Parkinson, suggerendo che la malattia potrebbe non avere origine esclusivamente nel cervello. Una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience ipotizza che i primi segnali del Parkinson possano manifestarsi nei reni, dove l’accumulo della proteina alfa-sinucleina in forma anomala potrebbe avviare il processo neurodegenerativo. In topi con insufficienza renale, infatti, questi aggregati non vengono eliminati e migrano verso il cervello, contribuendo all’insorgenza della malattia.
Anche l’analisi di tessuti umani ha mostrato la presenza della stessa proteina nei reni di pazienti affetti da Parkinson o demenza a corpi di Lewy, rafforzando questa nuova ipotesi. Sebbene siano necessarie ulteriori conferme, questa scoperta apre nuove prospettive nella diagnosi precoce e nei potenziali trattamenti, mirando a prevenire il danno cerebrale agendo su altri organi del corpo, come i reni.