Odore femminile e attrazione maschile: cosa dice davvero la ricerca giapponese sull’odore nel periodo fertile
Illustrazione di un odore piacevole (Canva FOTO) - biomedicalcue.it
A volte gli odori sono associati solamente alla pulizia, o ad alcuni problemi ormonali. Eppure, in questo caso la situazione è ben diversa.
C’è chi pensa che il fascino passi solo dallo sguardo o dalla voce, ma la verità è che il naso gioca un ruolo molto più grande di quanto si immagini. Non si parla di profumi o creme, bensì di quell’odore naturale che il corpo emette e che, senza che ce ne accorgiamo, può influenzare umore e percezioni. Uno studio dell’Università di Tokyo ha provato a mettere il naso, letteralmente, nella questione, cercando di capire se e come l’odore femminile cambi durante il ciclo mestruale e se questo possa avere un effetto sugli uomini.
I ricercatori hanno analizzato in particolare la fase ovulatoria, cioè quando la fertilità è al massimo. In questo periodo, alcuni composti volatili nell’odore corporeo aumentano di concentrazione. L’ipotesi di partenza era che questi cambiamenti potessero rendere il profumo naturale delle donne più gradevole e, in qualche modo, influenzare positivamente chi lo percepisce. Un’idea che ricorda un po’ il concetto di “feromone”, anche se nei sapiens la questione è ben diversa e tutt’altro che dimostrata, come riportato dallo studio.
Per testare la teoria, i ricercatori hanno raccolto campioni di odore ascellare in quattro momenti diversi del ciclo mestruale e li hanno fatti annusare a un gruppo di uomini. Alcuni di questi campioni erano stati “arricchiti” con tre composti che aumentano proprio nella fase ovulatoria. Il risultato? Odori percepiti come più piacevoli, volti femminili giudicati più attraenti e persino livelli di stress ridotti. Un effetto sottile, ma misurabile.
Ciò che emerge è che, anche se non si può parlare di un vero feromone umano, il nostro olfatto potrebbe essere un canale silenzioso di comunicazione sociale. E non è una novità solo scientifica: nella vita di tutti i giorni può capitare di provare simpatia o curiosità verso una persona senza un motivo apparente… e magari, dietro le quinte, c’era proprio l’odore a fare la sua parte.
Come è stato condotto lo studio
Il lavoro, pubblicato su iScience e condotto dal Dipartimento di Chimica Biologica Applicata e dal WPI-IRCN dell’Università di Tokyo, ha coinvolto 21 donne come donatrici di campioni. Gli odori ascellari sono stati raccolti in quattro fasi del ciclo: mestruale, follicolare, ovulatoria e luteale. La fase precisa veniva determinata attraverso test sull’ormone luteinizzante, temperatura corporea e, in alcuni casi, analisi della saliva per estradiolo e progesterone. Ogni campione è stato valutato da uomini adulti, che ne hanno giudicato intensità, piacevolezza e caratteristiche qualitative.
Per l’analisi chimica, il team ha utilizzato membrane di polidimetilsilossano (PDMS) per catturare un ampio spettro di composti, poi identificati tramite gascromatografia-spettrometria di massa (GC/MS). Tra le oltre 90 sostanze rilevate, tre si sono distinte per un aumento significativo durante l’ovulazione: (E)-geranilacetone, acido tetradecanoico e acido (Z)-9-esadecenoico. Secondo i ricercatori, proprio queste molecole contribuiscono a mitigare le note sgradevoli dell’odore di base, rendendolo più piacevole e, in alcuni casi, associato a descrittori come “fragrante” o “citrus” (fonte: iScience, 2025).
Cosa hanno scoperto e perché conta
Quando i tre composti “ovulatori” venivano aggiunti all’odore di base, gli uomini lo valutavano in modo nettamente più positivo: cresceva la percezione di gradevolezza, aumentava la preferenza e veniva attribuita una connotazione più “femminile”. Allo stesso tempo, diminuivano descrittori negativi come “sudato” o “stantio”. Non solo: l’esposizione a queste combinazioni riduceva la sensazione di ostilità nei questionari psicologici e manteneva stabili i livelli di rilassamento, che invece calavano con l’odore ascellare “puro”. Anche un indicatore biologico di stress, l’enzima α-amilasi nella saliva, risultava più basso quando i composti ovulatori erano presenti.
Un altro test curioso ha riguardato l’impressione visiva: ai partecipanti venivano mostrati volti femminili mentre respiravano i diversi odori. Nel gruppo di volti inizialmente meno attraenti, l’aggiunta dei composti ovulatori all’odore di base portava a un aumento significativo del punteggio di attrattiva, mentre nei volti già valutati come molto attraenti l’effetto era nullo. Secondo gli autori, questi risultati suggeriscono che, in un contesto sociale complesso come quello umano, certi segnali olfattivi non scatenano comportamenti istintivi immediati, ma possono agire in modo discreto, influenzando umore e percezioni in maniera quasi impercettibile.