Obesità preclinica: più muscoli, meno rischi per cuore, fegato e reni
L'obesità potrebbe essere riconosciuta in tempi non sospetti e quando possiamo parlare di obesità? Il peso potrebbe non bastare. (Pexels Foto) - biomedicalcue.it
L’obesità potrebbe essere riconosciuta in tempi non sospetti e quando possiamo parlare di obesità? Il peso potrebbe non bastare.
Una nuova ricerca internazionale cambia il modo in cui guardi al sovrappeso: non tutti i chili in più sono uguali. Se accompagnati da una buona massa muscolare, possono non comportare rischi immediati per cuore, fegato e reni.
Lo studio, condotto su oltre 90 mila persone con il database UK Biobank, ha analizzato l’obesità preclinica: una condizione in cui il sovrappeso non ha ancora causato danni agli organi, ma può evolvere secondo il Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
La forza muscolare, misurata con il test della presa della mano, si è rivelata un indicatore. Chi ha più muscoli ha meno probabilità di sviluppare complicanze metaboliche, anche in presenza di sovrappeso stando a uno studio del 2025 pubblicato su PubMed.
Intervenire prima che compaiono danni agli organi potrebbe cambiare l’approccio clinico e ridurre i costi sanitari. Come cambiano la prevenzione e il trattamento dell’obesità in seguito a questo studio?
La ricerca
Secondo i ricercatori del Pennington Biomedical Research Center, guidati da Yun Shen, la forza muscolare può essere utilizzata come strumento di screening precoce. Il test della presa della mano è semplice, economico e predittivo.
Lo studio ha dimostrato che soggetti sovrappeso con alta forza muscolare hanno un rischio ridotto di sviluppare danni a cuore, fegato e reni. La massa muscolare agisce come fattore protettivo, e modula gli effetti negativi del grasso corporeo. La scoperta è rilevante per la medicina preventiva, che potrebbe integrare la valutazione muscolare nei controlli di routine.

Come cambiano la diagnosi e la prevenzione
L’obesità preclinica non è senza rischi, ma offre una finestra temporale per intervenire. I dati mostrano che, in assenza di forza muscolare, il sovrappeso tende a evolvere verso danni d’organo. Il cuore è il primo a soffrire, seguito dal fegato (steatosi epatica) e dai reni (declino della funzione filtrante). La forza muscolare, invece, rallenta questo processo. Gli autori dello studio propongono di considerare la muscolatura come parametro clinico, al pari di pressione e glicemia. La forza muscolare si è dimostrata più predittiva del BMI (indice di massa corporea) nel valutare il rischio metabolico. Il BMI non distingue tra massa grassa e massa magra, il test della presa manuale offre una misura funzionale.
La forza muscolare non è un indicatore perfetto: può variare con l’età, il sesso e lo stato nutrizionale. Per questo, gli esperti suggeriscono di integrarla con altri parametri, come la composizione corporea e la circonferenza addominale. Per aumentare la massa muscolare, gli esperti raccomandano esercizi di resistenza, come pesi e circuiti funzionali, abbinati a una dieta ricca di proteine e micronutrienti. L’attività fisica regolare non solo migliora la forza, ma riduce l’infiammazione e migliora la sensibilità insulinica. Le nuove linee guida italiane sull’obesità preclinica promuovono un approccio integrato: movimento, alimentazione e monitoraggio precoce. A livello sociale, questo cambia la narrazione sul sovrappeso: non più solo un problema estetico, ma una condizione da gestire con intelligenza e tempestività per repubblica.it.
