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Long Covid: scoperta una variante genetica che aumenta il rischio del 60%

Long Covid

Cosa sappiamo sul long covid dopo che è passato un po' di tempo dalla pandemia? (Canva/Freepik) - biomedicalcue.it

Cosa sappiamo sul Long Covid dopo che è passato un po’ di tempo dalla pandemia? Ecco cosa rivela l’ultimo studio.

Il Long Covid continua a colpire, con sintomi persistenti come stanchezza cronica e problemi cognitivi. La diagnosi e il trattamento diventano un onere crescente per i sistemi sanitari di tutto il mondo stando a quanto riporta RaiNews.

La ricerca scientifica sta facendo passi da gigante nella comprensione del Long Covid. Uno studio internazionale di rilievo ha identificato una variante genetica che sembra aumentare il rischio di sviluppare questa sindrome post-virale, con nuove e promettenti vie per la prevenzione e la cura secondo Sanità Informazione.

La scoperta genetica è stata pubblicata su Nature Genetics, una rivista scientifica prestigiosa. L’identificazione di un legame genetico così specifico per il CNR può aiutare a spiegare perché alcune persone sviluppano il Long Covid, mentre altre, anche se sono in contratto il virus, non ne subiscono le conseguenze a lungo termine.

Se altri studi confermeranno questa variante genetica, potrebbe diventare un marcatore predittivo per il rischio di Long Covid. Ciò aprirebbe la strada a strategie di gestione personalizzate. I medici potrebbero scoprire in aticipo le persone più a rischio e di intervenire con misure mirate per La Statale News – Unimi.

La rivelazione dello studio

Lo studio internazionale ha concentrato l’attenzione su un locus genetico specifico, situato sul cromosoma 6, vicino al gene FOXP4, già noto per il suo ruolo nelle infezioni respiratorie e nella risposta immunitaria. La variante genetica individuata in questa regione è associata a un aumento del rischio di sviluppare i sintomi del Long Covid di quasi il 60%.

La ricerca ha analizzato i dati genetici di 6450 pazienti affetti da Long Covid, confrontandoli con oltre un milione di individui senza la sindrome, usati come gruppo di controllo. Il risultato è stato poi validato su un campione di altri 9500 pazienti e oltre 700 mila controlli.

Donna in casa per il long covid
Long Covid (karlyukav/Freepik) – biomedicalcue.it

Le strategie adottabili

La scoperta della variante genetica sul cromosoma 6 ha immediate implicazioni cliniche e apre nuove prospettive terapeutiche. Identificare i pazienti più a rischio prima che sviluppino sintomi gravi permetterebbe ai medici di iniziare trattamenti precoci. I soggetti con questa variante potrebbero avere un monitoraggio più stretto dopo un’infezione da Covid-19, o di terapie immunomodulanti specifiche per prevenire l’insorgenza della sindrome.

Comprendere come questo gene interagisce con il virus e il sistema immunitario, e come le sue modificazioni possano portare a infiammazioni prolungate o danni ai tessuti, potrebbe aiutare a sviluppare strategie di difesa. Gli studi approfonditi potrebbero convalidare la scoperta e portare all’identificazione di nuovi bersagli farmacologici. Ciò aprirebbe la strada allo sviluppo di farmaci innovativi e terapie più efficaci, con una speranza a milioni di persone che lottano con le conseguenze debilitanti del Long Covid. Chi ha il Long Covid vive una sofferenza che può andare avanti anche per 15 mesi, con conseguenze devastanti per la vita di tutti i giorni.