“La matematica non sarà mai il mio mestiere”: non è colpa tua ma del tuo CERVELLO | Hai qualcosa che non funziona
Quesito matematico (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Scopri perché fare i conti ti sembra impossibile: la vera ragione potrebbe nascondersi in alcune connessioni del cervello.
C’è chi davanti a una tabellina la risolve in un attimo, e chi invece resta lì, a fissare i numeri come se fossero geroglifici. Non è solo questione di pigrizia o poca voglia di applicarsi — almeno, non sempre. In certi casi, la vera differenza può stare in qualcosa che non si vede a occhio nudo, ma che ha un impatto enorme: come funziona (o non funziona) il nostro cervello.
Per anni ci hanno fatto credere che se non sei bravo in matematica è perché non ti impegni abbastanza. O peggio: che non sei portato. Ma queste etichette sono spesso un po’ troppo rigide. E se invece ci fosse una ragione più profonda, qualcosa che va oltre i compiti, i prof o i libri di scuola?
A tanti capita, fin dalle elementari, di sentirsi tagliati fuori dai numeri. Una specie di ansia da matematica, che ti fa chiudere appena vedi un’equazione. “Tanto io sono negato”, si dice. E con quella convinzione vai avanti per anni. Ma forse — e qui arriva la parte interessante — non è davvero una colpa tua. O almeno, non solo tua.
Negli ultimi tempi, gli scienziati hanno iniziato a scavare un po’ di più. Si sono chiesti: quanto conta il nostro cervello, proprio a livello di struttura, nel farci riuscire (o no) con i numeri? E le risposte stanno iniziando ad arrivare. Spoiler: non dipende tutto dalla forza di volontà.
Forse non è solo una questione di impegno
Un team di ricercatori dell’Università di Surrey ha pubblicato su PLOS Biology uno studio che cambia un po’ le carte in tavola, come riporta studenti.it. Hanno osservato da vicino — anzi, da dentro — il cervello di 72 persone mentre facevano esercizi di calcolo. Non solo: durante cinque giorni di test, è stata anche applicata una stimolazione elettrica leggera su due aree chiave del cervello.
Corteccia prefrontale dorsolaterale e corteccia parietale posteriore: queste sono le regioni coinvolte, legate a memoria e logica. I ricercatori hanno anche misurato la presenza di neurotrasmettitori come glutammato e GABA, che c’entrano con la plasticità cerebrale. Risultato? Chi aveva connessioni più forti tra certe aree, era anche più bravo coi numeri. Ma la parte più pazzesca però è un’altra.
Un piccolo impulso che fa la differenza
Chi aveva connessioni neurali deboli, cioè chi normalmente fa fatica con la matematica, ha migliorato le sue performance dopo la stimolazione elettrica alla corteccia prefrontale. Come se una piccola scossa avesse acceso la luce dove prima era fioca.
Questo potrebbe aprire strade nuove, e inaspettate, per affrontare le difficoltà scolastiche. Non solo ripetizioni e schemi, ma interventi diretti sul cervello. Occhio: serve ancora tempo, altri test, altre conferme. Ma i dati ci sono, e sono reali.