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La chiamano malattia da LENTE A CONTATTO: un ameba attacca gli occhi | Comincia con un semplice fastidio, poi perdi del tutto la vista

Lenti a contatto e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Lenti a contatto e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Una minaccia invisibile legata all’uso quotidiano delle lenti a contatto può colpire gli occhi in modo molto pericoloso.

Chi porta le lenti a contatto sa bene quanto possa capitare, ogni tanto, quel fastidio all’occhio… magari dopo una giornata lunga o per averle tenute su troppo a lungo. Una sensazione passeggera, che spesso si ignora pensando: “Va beh, sarà solo un po’ di secchezza”. E invece, a volte — non sempre eh — dietro quella noia apparentemente innocua può nascondersi qualcosa di ben più tosto.

Non tutti seguono alla lettera le regole sull’igiene delle lenti. C’è chi le indossa anche mentre dorme, chi le sciacqua con l’acqua del rubinetto (sì, succede più spesso di quanto si pensi), o chi continua a usare la stessa soluzione per giorni. Gesti quotidiani, automatici, che sembrano innocui… ma che in realtà possono aprire la porta a rischi seri per la salute degli occhi.

In questi anni si è tornati a parlare di un’infezione oculare piuttosto subdola, che non si manifesta subito con sintomi eclatanti. Anzi, il problema si presenta piano piano, spesso confondendosi con altri disturbi più comuni. Per questo tante persone non si accorgono in tempo che qualcosa non va, e finiscono per cercare aiuto troppo tardi.

Il bello — si fa per dire — è che tutto comincia da un’abitudine normalissima: usare le lenti. Niente di strano. Ma se quelle lenti entrano in contatto con acqua contaminata, anche solo una volta, può succedere un guaio. Parliamo di un pericolo invisibile, di quelli che ti trovi già dentro casa: nell’acqua della doccia, nell’aria condizionata, nella polvere. E sì, pure nell’acqua del lavandino.

Una presenza silenziosa quasi ovunque

Il problema ha un nome strano, quasi fantascientifico: si chiama Acanthamoeba. È un’ameba, cioè un microrganismo microscopico che però è ovunque — dall’acqua dolce ai sistemi di ventilazione — e che può rimanere nascosto per molto tempo, resistendo alla disinfezione grazie a una sua “forma cistica” super resistente. Insomma, mica si elimina con un risciacquo al volo.

Se questa creaturina riesce a entrare nell’occhio, magari passando da una microlesione corneale, può scatenare un’infezione chiamata cheratite amebica. La cosa più inquietante? Riguarda soprattutto chi usa lenti a contatto, in particolare se le indossa mentre nuota o le pulisce con prodotti non sterili. L’85% dei casi registrati, infatti, ha questo denominatore comune, come riporta Manuale MSD.

Problemi agli occhi (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Problemi agli occhi (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Tutto parte piano… ma può finire malissimo

All’inizio, i segnali sono vaghi: bruciore, occhi arrossati, fastidio alla luce, magari un po’ di lacrimazione in più del solito. Nulla che faccia davvero scattare un campanello d’allarme. Anzi, spesso viene confusa con l’herpes oculare, perché le prime lesioni hanno un aspetto simile. Ma se non si interviene in tempo, la condizione peggiora: gli infiltrati aumentano, compaiono lesioni più profonde e, cosa più grave, la vista inizia a calare in modo significativo.

Il trattamento è impegnativo, e richiede farmaci topici potenti come la clorexidina e la poliesametilene biguanide, spesso combinati con un piccolo intervento chirurgico. Se si aspetta troppo, il rischio di disguidi gravi alla vista è concreto. Serve una terapia intensiva, che può durare anche un anno, e se viene interrotta troppo presto, le recidive sono frequenti. Nei casi più gravi, si arriva al trapianto della cornea.