ISS lancia il piano nazionale per sconfiggere epatiti e HIV
Illustrazione del kit dell'HIV (Canva FOTO) - biomedicalcue.it
La Giornata mondiale delle epatiti è stata molto importante in quanto è stato fornito un piano per debellare questi problemi.
Lo scorso 28 luglio si è celebrata la Giornata mondiale contro le epatiti, un momento importante per riportare al centro dell’attenzione un problema sanitario che, nonostante i progressi degli ultimi anni, resta imponente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione del World Hepatitis Day 2025, aveva ribadito il traguardo già fissato da tempo: eliminare l’epatite come minaccia globale entro il 2030.
Dietro lo slogan ufficiale, i dati diffusi dall’OMS hanno delineato un quadro netto: nel 2022, le persone con epatite cronica da virus B e C nel mondo erano circa 304 milioni. Sempre in quell’anno, le complicanze legate alla malattia avevano causato 1,3 milioni di morti.
E non si è trattato soltanto di Paesi con sistemi sanitari fragili: anche in Europa, e in Italia in particolare, i virus dell’epatite A ed E hanno continuato a circolare, talvolta dando origine a focolai localizzati, come riportato dall’Ufficio Stampa dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il messaggio rivolto ai cittadini era stato diretto: informarsi, vaccinarsi e sottoporsi al test sono gesti semplici ma capaci di salvare vite. Per il personale sanitario, invece, l’accento è stato posto sull’importanza di individuare i casi sommersi, agevolare le diagnosi e ridurre lo stigma ancora legato a queste infezioni.
Il quadro e le priorità in Italia
Le epatiti virali, soprattutto quelle da virus B e C, hanno continuato a rappresentare un problema sanitario di rilievo, come aveva sottolineato la professoressa Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel corso delle comunicazioni ufficiali dell’ISS, Palamara aveva ricordato come queste infezioni, insieme a epatite A, HIV e altre IST, condividano in parte le stesse modalità di trasmissione.
Uno dei nodi centrali è rimasto la diagnosi tardiva: molte persone non sapevano di essere infette perché prive di sintomi evidenti. Per colmare questo vuoto, dal 2021 in Italia era stato introdotto un programma di screening gratuito per l’epatite C, rivolto ai nati tra il 1969 e il 1989 e a chi presentava comportamenti a rischio. Il nuovo Piano Nazionale d’Azione HIV, epatiti virali e IST ha rafforzato questa iniziativa, con l’obiettivo di rendere più efficiente il sistema di screening e di semplificare l’accesso alle cure, come sottolineato anche nella Gazzetta Ufficiale.
Strategie, reti di controllo e nuovi obiettivi
Dal punto di vista operativo, l’Istituto Superiore di Sanità ha portato avanti una rete articolata di attività per monitorare e contenere le epatiti. Il Laboratorio Nazionale di Riferimento, diretto da Anna Rita Ciccaglione, ha coordinato i laboratori regionali e il sistema di sorveglianza SEIEVA, guidato da Maria Elena Tosti, dedicato allo studio delle infezioni acute e al loro controllo. A questo si è aggiunta la piattaforma PITER, coordinata da Loreta Kondili, che ha raccolto dati sui pazienti con epatopatia cronica da HBV, HCV e virus Delta, fornendo indicazioni preziose per terapie e politiche sanitarie.
Poiché HBV e HCV possono trasmettersi anche per via sessuale, la segnalazione di positività è stata inserita nella Sorveglianza Sentinella delle IST, coordinata da Barbara Suligoi. Nella cornice del nuovo Piano Nazionale, descritto nei dettagli sia da Aogoi Notiziario sia da Assobiotec, gli obiettivi sono stati chiari: eliminare l’epatite C come problema di salute pubblica, raggiungere il target 95-95-95 per l’HIV, ridurre del 90% le nuove infezioni e ampliare l’uso di strumenti preventivi come la PrEP, inclusa la sua formulazione long-acting. Le azioni chiave hanno compreso la distribuzione gratuita di preservativi, l’offerta di test anche in contesti non sanitari, l’accesso tempestivo alle terapie e un’integrazione più stretta tra prevenzione, diagnosi e trattamento, sempre con un approccio basato sulle evidenze scientifiche e sulla partecipazione delle comunità.