Ictus cerebrale, il primo sintomo si presenta già diverse ore prima: se riconosci questo dolore corri in ospedale | Solo così puoi salvarti

Un ictus (Pixabay foto) - www.biomedicalcue.it
Un sintomo spesso confuso con un disturbo comune può annunciare un ictus ore prima: riconoscerlo in tempo può salvare la vita.
A volte il nostro corpo ci parla prima che succeda qualcosa di serio. Il problema è che quei segnali sembrano banali fastidi, nulla per cui allarmarsi davvero. Un mal di testa insistente, una sensazione di stanchezza “strana”, piccoli campanelli che spesso ignoriamo pensando “passerà”. E invece no: ci sono situazioni in cui la velocità d’azione è l’unica cosa che può cambiare il destino di una persona.
I medici lo ripetono da anni: serve più consapevolezza collettiva. Malattie come l’ictus sono ancora circondate da una specie di muro di silenzio, come se parlarne fosse quasi un tabù. Succedeva un tempo con il cancro, oggi la stessa cosa vale per queste patologie che colpiscono il cervello. Il risultato? Si tende a rimandare, a minimizzare, e intanto si perde tempo prezioso.
Il guaio è che i sintomi non sempre urlano, anzi. Spesso si confondono con disturbi che tutti abbiamo provato almeno una volta. Però, e qui sta il punto, riconoscere un segnale in anticipo può fare la differenza tra un recupero completo e conseguenze gravi, permanenti. A volte bastano poche ore, o addirittura minuti, per cambiare tutto.
E non è solo la persona colpita che deve accorgersene. Chi sta vicino, un familiare o un amico, può essere quello che salva la situazione. Perché certe volte è proprio l’altro a vedere meglio, a intuire che non è solo “una giornata no”. La prontezza di chi assiste può diventare decisiva quanto l’arrivo di un’ambulanza.
La testimonianza che fa riflettere
Un esempio concreto arriva da Andrea Vianello, giornalista e volto storico della Rai. Negli ultimi anni ha deciso di raccontare pubblicamente cosa gli è accaduto, rompendo quel silenzio che circonda ancora troppo spesso queste storie. Nella sua intervista a Fanpage, riportata anche da Il Fatto Quotidiano, ha ricordato di come tutto sia iniziato con un sintomo che, a primo impatto, sembrava banale.
Era la sera prima di un malore gravissimo, e lui pensava fosse stanchezza dopo una giornata lunga in tv. Poi però quel dolore non se n’è andato. Al mattino successivo la situazione è precipitata. A quel punto è stata la moglie a capire subito la gravità e a chiamare i soccorsi, facendo sì che arrivasse in ospedale in tempi record. Un dettaglio che, unito alla bravura del medico che lo prese in carico, gli ha salvato la vita.
Il dolore che non va ignorato
Vianello ha spiegato che quello che sembrava soltanto un banale mal di testa non era un mal di testa qualunque, ma l’effetto di una dissecazione della carotide, cioè l’inizio del processo che porta all’ictus. Non fosse stato per l’intervento immediato, l’esito sarebbe stato molto diverso. Ecco perché oggi lui insiste tanto: non bisogna mai sottovalutare un dolore così, soprattutto se diverso dal solito.
Dopo quel giorno è cominciato per lui un percorso difficile: aveva perso temporaneamente la capacità di parlare, ha dovuto affrontare mesi di riabilitazione e ha deciso di mettere tutto nero su bianco in un libro, “Ogni parola che sapevo”. Oggi racconta di essere tornato a una vita normale, anche se con qualche inciampo qua e là. Ma la sua esperienza resta un monito fortissimo: l’ictus è la seconda causa di morte e la prima di disabilità. E spesso il corpo ci avverte già ore prima. Saperlo ascoltare, e correre subito in ospedale, può davvero fare la differenza.