Home / Primo Piano / Genova, separate con successo le gemelle siamesi del Burkina Faso: ora respirano da sole al Gaslini

Genova, separate con successo le gemelle siamesi del Burkina Faso: ora respirano da sole al Gaslini

Illustrazione di un'operazione chirurgica (Pixabay FOTO) - biomedicalcue.it

Illustrazione di un'operazione chirurgica (Pixabay FOTO) - biomedicalcue.it

A volte, separare significa “salvare due vite”, come nel caso dei gemelli siamesi. In questo caso, si è trattata di un’operazione delicata.

Succede raramente, ma quando capita, lascia il segno. Come riportato da Genova24, due gemelline siamesi, arrivate in Italia dal Burkina Faso, sono state separate con successo all’Ospedale Gaslini di Genova. L’intervento, delicato e lunghissimo, ha permesso loro di iniziare una nuova vita, finalmente autonome anche nella respirazione. 

Parlare di gemelli siamesi non è semplice: si tratta di una delle condizioni più rare e complesse in medicina. Nascono così circa 1 su 50.000–100.000 gravidanze, ma molte non arrivano nemmeno alla nascita. E quelle che sopravvivono devono spesso affrontare ostacoli enormi, sia medici che logistici. La possibilità di separarli dipende tutto dalla zona in cui sono uniti e da quali organi condividono. 

Eppure, dietro ogni caso clinico si nascondono storie vere. Famiglie, speranze, viaggi della speranza. Come quello che ha portato queste due bambine in Italia. Grazie a una lunga catena di solidarietà, hanno potuto essere accolte in un centro pediatrico d’eccellenza e sottoposte a una procedura chirurgica che, fino a qualche anno fa, sarebbe stata quasi impensabile in contesti simili.

A colpire non è solo la complessità medica, ma anche la forza del coordinamento. Non si trattava soltanto di “separare” due corpi: bisognava fare tutto senza mettere a rischio le vite delle bambine. E così è stato!

Una rarità difficile da gestire

I gemelli siamesi sono una condizione rarissima, legata a un errore avvenuto nei primissimi giorni dopo il concepimento. Se l’embrione, invece di dividersi del tutto, resta parzialmente unito, si possono formare due gemelli identici fisicamente connessi. In base al punto di fusione, si parla di thoracopagus (uniti al torace), omphalopagus (all’addome), craniopagus (alla testa) e così via. I casi più critici sono quelli in cui si condividono organi vitali come il cuore o parte del cervello.

Secondo il Cleveland Clinic, solo circa il 45% dei gemelli siamesi arriva vivo al parto, e meno del 10% riesce a sopravvivere nel tempo. Le complicazioni in gravidanza sono tante, dalla prematurità al rischio di aborto. L’intervento di separazione, quando possibile, richiede mesi di preparazione e una squadra multidisciplinare: chirurghi pediatrici, cardiochirurghi, anestesisti, tecnici, fisioterapisti e psicologi. Non sempre è possibile intervenire subito: a volte si aspetta che i neonati crescano un po’, altre volte si è costretti ad agire d’urgenza. 

Illustrazione di gemelli siamesi (Canva FOTO) - biomedicalcue.it
Illustrazione di gemelli siamesi (Canva FOTO) – biomedicalcue.it

Il caso di Genova

Come riportato da Genova24, le due bambine erano nate a dicembre 2024 in Burkina Faso, unite nella zona toraco-addominale. Condividevano il fegato e parte del pericardio. A portarle in Italia ci ha pensato una rete di solidarietà internazionale: l’associazione “Una Voce per Padre Pio”, il Programma Umanitario Sanitario dell’Ospedale Gaslini, la Regione Liguria e i Patrons of the World’s Children Hospitals.

L’intervento chirurgico è avvenuto il 6 giugno: più di 12 ore in sala operatoria, con oltre 50 professionisti coinvolti. Prima la separazione del torace, del pericardio e del fegato, poi la ricostruzione delle pareti toraco-addominali in due sale distinte, ognuna con una bambina. A coordinare il tutto, nomi di spicco come i cardiochirurghi Michielon, Torre e Santoro, con il supporto anestesiologico del team di Wolfler. Adesso respirano da sole e il quadro clinico è considerato stabile.