Legislazione sanitaria

Come riconoscere se si è vittima di malasanità e come difendersi

I casi di cronaca sottolineano spesso situazioni di malasanità ma quando ci si trova all’interno di questa tipologia di situazioni è difficile capire se si tratti davvero di un errore medico oppure no. Non tutti gli esiti negativi sono collegati a negligenza o a un comportamento scorretto e messa da parte l’emotività bisogna analizzare freddamente la situazione, magari con l’aiuto di professionisti.

Se le conseguenze negative sono strettamente legate a una gestione inadeguata, a un’organizzazione carente o a sbagli commessi più o meno volontariamente dal personale allora si ha diritto a richiedere Assistenza Malasanità rivolgendosi ad esperti del settore per richiedere un risarcimento giusto e proporzionato.

Cosa si intende con malasanità

Quali sono i casi di malasanità riconoscibili? Interventi chirurgici sbagliati, diagnosi mancate e terapie errate rientrano sicuramente in questa categoria ma non solo: il concetto si espande a qualsiasi danno che risulti conseguenza diretta di un comportamento sanitario non conforme. La normativa italiana riconosce che i pazienti possano ottenere un risarcimento se si dimostra un legame preciso tra il danno subito e l’attività svolta dal professionista o dalla struttura. Per poterlo fare serve il supporto di professionisti esperti in ambito medico-legale.

Gli errori riconoscibili come malasanità

Tra i casi di malasanità più frequenti e spesso riconosciuti in tribunale ci sono:

  • Complicanze dopo un intervento chirurgico dovute a scarsa attenzione nel monitoraggio del paziente;
  • Diagnosi errate o tardive, soprattutto per patologie gravi come tumori o infezioni;
  • Terapie non adeguate o farmaci somministrati con dosi o modalità non corrette;
  • Errori in sala parto, con conseguenze anche molto gravi per madre e neonato.

Ci sono 3 pilastri degli errori medici che devono essere considerati: imprudenza, imperizia e negligenza. Il primo si verifica se il dottore agisce senza valutare i rischi, con impulsività e fretta non avendo un comportamento cauto. Il secondo è legato alla mancanza di adeguate competenze o alla scelta di procedure inappropriate. Il terzo, invece, viene constatato quando si ignorano sintomi rilevanti, vengono omessi esami necessari o sottovalutate situazioni cliniche.

Come muoversi con il supporto di un legale

Quando si vuole attestare il proprio stato di vittime di un caso di malasanità bisognerà per prima cosa ottenere una cartella clinica da richiedere alla struttura: dovrà contenere ogni dettaglio ed è il primo step per qualsiasi accertamento.

Serviranno poi referti, prescrizioni ed esami diagnostici oltre a successive certificazioni dopo l’accaduto. Annotazioni personali quali date, nomi di medici, informazioni e sintomi sono altrettanto essenziali.

Con tutto ciò si dovrà iniziare un percorso immediato su due binari: nel primo caso si raccolgono tutti i documenti, si evita un conflitto diretto con il personale e si conserva tutto, poi ci si rivolge a uno studio di avvocati specializzato e a un medico legale così da ottenere una mediazione obbligatoria prima di procedere con un’eventuale azione civile.

Una cosa importante a cui prestare attenzione? Le tempistiche. Come per ogni possibile reato bisogna agire entro 10 anni contro la struttura ed entro 5 anni contro il singolo medico.

Con l’aiuto di un team di esperti è possibile ottenere un premio economico: il risarcimento da casi di malasanità è un supporto per compensare danni patrimoniali e non causati dalla situazione subita.

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Redazione