Primo Piano

Cancro al seno triplo negativo: scoperta Napoli-Philadelphia apre la via a nuove cure

Una nuova scoperta arriva sul cancro al seno triplo negativo con la collaborazione tra Napoli e Philadelphia. Cosa hanno scoperto?

Il carcinoma mammario triplo negativo è una delle forme più aggressive di tumore al seno. Non ha dei recettori per estrogeni, progesterone e HER2. Così le terapie mirate tradizionali sono inefficaci, e la chemioterapia è l’unica opzione standard, con risultati limitati e una prognosi più severa.

Stando a quanto riportato da RCovid19.it, una collaborazione tra l’Istituto Pascale di Napoli e lo SBARRO Institute di Philadelphia ha portato all’identificazione della proteina NONO come possibile bersaglio terapeutico. La sua sovraespressione nelle cellule tumorali suggerisce un ruolo attivo nella progressione del carcinoma triplo negativo.

Secondo NapoliToday, ridurre l’attività della proteina NONO, con il silenziamento genico o inibitori chimici, ha attivato una risposta immunitaria innata. Il risveglio delle difese naturali potrebbe aprire la strada a nuove terapie combinate.

I risultati, se confermati, potrebbero offrire nuove prospettive terapeutiche per una malattia che a oggi ha pochi mezzi di intervento. Dove è arrivata la ricerca internazionale e quali sono le prospettive?

Il carcinoma mammario triplo negativo

Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) è un sottotipo di tumore al seno. Il TNBC colpisce circa il 15% delle pazienti con tumore al seno ed è noto per la sua aggressività, la rapida progressione e l’alta capacità di metastasi. È più frequente nelle donne giovani e in quelle con mutazioni genetiche come BRCA1.

La mancanza di bersagli molecolari ha spinto la ricerca verso approcci alternativi, come l’immunoterapia e la medicina traslazionale. La scoperta di nuovi meccanismi molecolari potrebbe essere una speranza. Cosa ha rivelato lo studio?

Operazione all’Istituto Pascale (screenshot La7Attualità/YouTube) – biomedicalcue.it

La ricerca

Secondo RCovid19.it, la proteina NONO è risultata sovraespressa nelle cellule del carcinoma mammario triplo negativo, il che potrebbe suggerire un legame diretto con la progressione della malattia. Il team di ricerca ha dimostrato che NONO ha un compito nella regolazione dell’immunità innata, la prima linea di difesa dell’organismo. Se si riducono i livelli di NONO con silenziamento genico (siRNA) o con un inibitore chimico, si è osservata l’attivazione della risposta immunitaria. Questo effetto potrebbe rendere il microambiente tumorale più favorevole all’azione delle cellule immunitarie. Per NapoliToday, la proteina NONO potrebbe diventare un bersaglio terapeutico strategico. Lo studio è ancora in fase preclinica.

Gli inibitori della proteina NONO potrebbero essere utilizzati in combinazione con farmaci che modulano i checkpoint immunitari, già impiegati con successo in altri tipi di tumore. Per RCovid19.it, i risultati ottenuti sono promettenti, ma ancora preliminari: servono studi clinici per confermare l’efficacia e la sicurezza dell’approccio. Se validata, la terapia potrebbe offrire una nuova opzione per migliaia di pazienti con carcinoma triplo negativo con integrazione tra biologia molecolare e immuno-oncologia. Lo studio è stato coordinato da Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Senologia e Toraco Polmonare dell’Istituto Pascale di Napoli, con la collaborazione di Antonio Giordano dello SBARRO Institute di Philadelphia.

Published by
Annarita Faggioni