Antibiotico-resistenza in crescita: in Italia 12mila morti l’anno. L’AIFA lancia una nuova campagna per ridurre l’abuso degli antibiotici e promuovere l’uso consapevole.
L’antibiotico-resistenza rappresenta oggi una delle più gravi minacce alla salute pubblica globale. Secondo le stime più recenti dell’AIFA, in Italia si registrano circa 12.000 decessi ogni anno attribuibili a infezioni causate da batteri resistenti a più antibiotici. Il fenomeno è in rapida espansione, aggravato da pratiche cliniche inappropriate e, soprattutto, da un uso scorretto degli antibiotici da parte della popolazione generale.
L’abuso e la somministrazione non necessaria di antibiotici, anche per infezioni virali come l’influenza stagionale, contribuiscono in modo decisivo alla selezione di ceppi batterici multi-resistenti, compromettendo l’efficacia dei trattamenti disponibili e aumentando il rischio di fallimenti terapeutici, soprattutto nei pazienti fragili.
Per contrastare la diffusione incontrollata dell’antimicrobico-resistenza, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in collaborazione con il Ministero della Salute, ha lanciato nel novembre 2025 una nuova campagna di comunicazione nazionale intitolata “Se non sei un medico, non fare il medico”.
L’iniziativa prevede una diffusione capillare attraverso spot sulle reti Rai e Mediaset, stampa generalista, emittenti locali e piattaforme digitali, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sul corretto utilizzo degli antibiotici e sui rischi legati all’automedicazione e all’autodiagnosi.
Come dichiarato dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, “l’antibiotico-resistenza è una priorità di salute pubblica che richiede l’impegno congiunto di istituzioni, operatori sanitari e cittadini”.
L’antibiotico-resistenza è la capacità acquisita o intrinseca di alcuni microrganismi patogeni di sopravvivere e replicarsi nonostante la presenza di uno o più antibiotici. Questa condizione rende inefficaci i trattamenti standard e impone il ricorso a terapie più costose, tossiche o sperimentali.
Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), circa 33.000 decessi ogni anno in Europa sono legati a infezioni resistenti agli antibiotici, e l’Italia è tra i paesi con i tassi più alti di infezioni da germi multi-resistenti (MDR).
I meccanismi molecolari alla base della resistenza includono:
I patogeni più spesso coinvolti sono Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).
Il Rapporto OsMed 2025 diffuso da AIFA evidenzia un quadro preoccupante per l’Italia:
L’uso improprio è ancora diffuso, soprattutto nei casi di infezioni virali come influenze stagionali, raffreddori o bronchiti, per le quali l’antibiotico non è solo inefficace, ma potenzialmente dannoso. Anche la mancata aderenza alla terapia (interruzione anticipata, dosi errate, riutilizzo di antibiotici avanzati) alimenta la pressione selettiva sui ceppi batterici.
La campagna “Se non sei un medico, non fare il medico” mira a contrastare l’automedicazione e l’autodiagnosi, con un linguaggio diretto e ironico. Tra i messaggi chiave:
Il presidente di AIFA, Robert Nisticò, ha sottolineato l’importanza della prevenzione comportamentale e dell’igiene, soprattutto in contesti ad alta vulnerabilità come ospedali e RSA, dove la trasmissione di batteri resistenti è più frequente e pericolosa.
Il medico è l’unico professionista in grado di valutare, caso per caso, se e quale antibiotico prescrivere. Una prescrizione appropriata richiede:
La medicina di precisione, anche in ambito infettivologico, richiede l’ottimizzazione delle scelte terapeutiche per minimizzare l’impatto ambientale e microbiologico dei trattamenti.
La pipeline farmacologica per lo sviluppo di nuovi antibiotici è attualmente limitata, ma negli ultimi anni si sono aperte strade promettenti, tra cui:
Le strategie non farmacologiche includono programmi di antimicrobial stewardship a livello ospedaliero e territoriale, con interventi su:
L’uso consapevole degli antibiotici è anche una responsabilità civica, che parte dall’informazione e dalla cultura sanitaria diffusa nella popolazione.
La resistenza antimicrobica è una crisi silenziosa ma crescente, con implicazioni profonde per il futuro della medicina moderna. In un’epoca in cui le terapie antibiotiche sono ancora essenziali per chirurgia, oncologia, trapianti e cure intensive, perdere l’efficacia di questi strumenti equivarrebbe a un regresso sanitario epocale.
La campagna dell’AIFA rappresenta un passo importante verso un cambiamento culturale necessario: riconoscere l’antibiotico come farmaco prezioso, non banale. Affidarsi al medico, rispettare le prescrizioni, non cercare scorciatoie terapeutiche sono comportamenti che, se adottati su larga scala, possono davvero fare la differenza.
È una sfida che coinvolge tutti: cittadini, operatori sanitari, ricercatori e istituzioni. Solo attraverso un’azione coordinata e continua si potrà contenere la diffusione della resistenza e preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future.