Trending News

Altro che colazione sfiziosa: li date ai bambini alle prime le luci dell’alba e li avvelenate | Dentro ci nascondono qualcosa di terribile

Un’indagine svela cosa si nasconde davvero in questi cibi da colazione: ingredienti discutibili e contaminanti oltre ogni aspettativa.

Apri la confezione, il profumo ti investe subito. Uno tira l’altro, come sempre. Sono buoni, rassicuranti, ci cresci dentro. Ma proprio per questo forse ci si fida troppo, senza farsi domande. E se quel gesto così normale, quotidiano, nascondesse qualcosa di meno… dolce?

Da piccoli li adoravamo, da grandi li consumiamo quasi senza pensarci. I biscotti sono lì, ogni mattina, come se niente potesse metterne in discussione il ruolo. Ma a volte proprio quello che diamo per scontato è ciò che dovrebbe farci alzare le antenne.

Forse c’è qualcosa che ci sfugge — o meglio, che nessuno ci ha detto chiaramente. Ci sono indizi, ma sono nascosti bene. Parole strane sulle etichette, sigle incomprensibili, e poi quei numeri. Ma chi li legge davvero? Eppure, a ben guardare, non tutto è così limpido.

Certe cose non si notano finché qualcuno non te le fa vedere con chiarezza. E quando succede, un po’ ti viene da pensarci due volte. Negli ultimi tempi, qualcuno ha deciso di vederci più chiaro. Per capire davvero cosa stiamo portando in tavola.

Prodotti insospettabili

Perché se c’è qualcosa che ci riguarda tutti, è proprio ciò che mangiamo. E questo “qualcosa” viene proprio da uno dei cibi più insospettabili che abbiamo in dispensa. Tra i brand analizzati ci sono nomi noti. Il punto è che questi prodotti fanno parte della nostra quotidianità, ed è proprio per questo che certe rilevazioni non vanno prese alla leggera. Soprattutto quando il rischio riguarda fasce d’età sensibili come i bambini.

Molti biscotti contengono ancora ingredienti come olio di palma, fosfati e lo sciroppo di glucosio-fruttosio. Alcuni marchi che si dichiarano “integrali” lo sono solo sulla carta: la percentuale di farina grezza è bassissima. Altri invece fanno scelte più trasparenti e offrono prodotti con più fibre e meno zuccheri. Il quadro? Complicato. Ma utile, finalmente, per fare scelte un po’ più consapevoli. E non finisce qui.

Ragazza mangia un biscotto (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Un’indagine recente ha fatto emergere qualche sorpresa

Un test pubblicato su Il Salvagente ha esaminato 29 biscotti, tra quelli classici e quelli integrali, per verificare la presenza di micotossine e di acrilammide. Che non è proprio un nome rassicurante. Anzi, è un contaminante che si forma durante la cottura ad alte temperature, quando gli alimenti sono ricchi di amido. I risultati? Un po’ altalenanti. Da un lato, le micotossine sembrano sotto controllo, o comunque entro limiti considerati sicuri. Dall’altro però, l’acrilammide, pur restando entro le soglie europee, è stata rilevata in quantità che fanno alzare il sopracciglio. Soprattutto se pensiamo a chi questi biscotti li mangia fin da piccolissimo.

Nel dettaglio, la media riscontrata di acrilammide è di 88,60 mcg/kg. Ok, niente sforamenti — la soglia è 350 — però alcuni marchi si avvicinano pericolosamente ai 150 mcg/kg, che è il limite suggerito per i bambini tra 0 e 3 anni. E chi può dire che quei biscotti non vengano dati proprio ai più piccoli? Oltre a questo contaminante, i ricercatori hanno trovato anche tracce di altre sostanze non proprio rassicuranti. Le micotossine Don e Zearalenone sono rientrate nei limiti di legge, ma le Enniatine — che ancora non hanno limiti ufficiali — sono risultate piuttosto presenti. Non si parla di vero e proprio avvelenamento, ma di una contaminazione costante nel tempo. Pur non essendoci pericoli immediati, è bene ridurre questi cibi e prevedere una dieta sana e bilanciata prescritta da un professionista.

Published by
Furio Lucchesi