Allarme rosso per gli ammalati: hanno tolto a tutti il MEDICO DI BASE | Adesso anche per una semplice febbre ti tocca pagare
        Visita medica (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Sempre meno medici di famiglia e bandi deserti: milioni di italiani restano senza assistenza, anche per i problemi più semplici.
Negli ultimi tempi andare dal medico non è più semplice come una volta. File, disservizi, attese… ma non è solo questo. La questione è più profonda, si sta creando un vuoto, un’assenza che comincia a farsi sentire ogni giorno un po’ di più.
In tante zone d’Italia, trovare un medico a cui affidarsi sta diventando un’impresa. E anche quando lo si trova, non è detto che riesca davvero a seguirti. C’è qualcosa che si sta spezzando nel rapporto tra cittadini e cure di base.
Il problema, che prima sembrava toccare solo le aree più isolate o qualche situazione particolare, sta diventando sempre più diffuso. Anche nelle grandi città — anzi, soprattutto lì — la gente fa fatica a capire a chi rivolgersi per un consulto, una ricetta, o una visita. E la cosa assurda è che questo vale anche per i disturbi più banali. Tutto rallenta, tutto si complica.
Chi ne risente di più? Be’, inutile girarci intorno: gli anziani, le famiglie con bambini piccoli, chi ha patologie croniche. Sono loro quelli che hanno più bisogno di una figura stabile, di un medico che conosca la loro storia e che li segua con continuità. Quando manca quel punto di riferimento, tutto diventa instabile, persino stressante. E, in certi casi, anche pericoloso.
Un cambiamento silenzioso ma sempre più evidente
Come riporta Il Sole 24 Ore, in dieci anni sono spariti — sì, letteralmente spariti — più di 7mila medici di famiglia. Un numero enorme se si pensa che equivale al 20% del totale. Da 45mila nel 2013 a meno di 38mila oggi. E il peggio deve ancora arrivare, visto che oltre un terzo di quelli rimasti andrà in pensione entro il 2035. A essere colpite di più sono le grandi città e il Nord: Lombardia, Veneto, Friuli, Bolzano… posti dove ormai trovare un medico di riferimento è quasi un lusso.
La Fimmg, che è il sindacato principale dei medici di base, l’ha detto chiaramente: 5 milioni di italiani non hanno un medico. E se le cose non cambiano, diventeranno 8 milioni. I dottori rimasti sono allo stremo, spesso costretti a seguire fino a 1.800 pazienti, stretti tra scartoffie, ricette da compilare, visite da incastrare. E pochissimo tempo per ascoltare davvero chi hanno davanti. E non finisce qui.

Ecco dove si rompe tutto
Il problema si è visto chiaramente nei bandi per diventare medico di famiglia: in sei Regioni non si sono nemmeno coperti tutti i posti disponibili. Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Marche e Trento-Bolzano. In Lombardia, per dirne una, si erano iscritti in 602, ma alla fine si sono presentati in 306. Quasi la metà. Succede anche in Sardegna, e la cosa non può più essere liquidata come un’eccezione.
Noemi Lopes della Fimmg ha spiegato bene il perché: vivere costa, affittare uno studio pure, e la borsa per la formazione è bassissima — 900 euro al mese contro i 1600 di altre specializzazioni. Inoltre, la burocrazia soffoca i giovani medici, che si ritrovano impantanati tra mille vincoli e poche prospettive. Le riforme? Mah, ancora fermi agli annunci. L’unica cosa concreta è nel Ddl sulle professioni sanitarie: si pensa di portare la formazione dei medici di base a livello universitario. Ma anche lì, per ora, si parla solo di ipotesi.
