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Ne hanno dichiarato la morte: colosso dei supermercati non tiene testa alla concorrenza | Dipendenti lasciati a patire la fame

Supermercato chiuso (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Supermercato chiuso (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Dopo anni di trasformazioni silenziose, cresce l’incertezza tra i lavoratori lasciati senza risposte e con un futuro sospeso.

Per anni ha fatto parte del nostro paesaggio quotidiano: insegne familiari, luci accese fino a tardi, corsie sempre piene di gente. Ma dietro quelle vetrine, a guardar bene, le cose erano già iniziate a cambiare da un pezzo.

Tagli qua, riorganizzazioni là, nuovi nomi, fusioni… insomma, quella che sembrava una corazzata della grande distribuzione ha cominciato a scricchiolare. E chi ci lavorava dentro, spesso da una vita, ha sentito tutto questo sulla propria pelle.

Con meno colleghi nei reparti, il lavoro si è fatto più pesante. Turni più lunghi, pause ridotte al minimo e una pressione che non lasciava mai spazio per respirare. Tanti raccontano di come l’equilibrio tra lavoro e vita personale sia andato completamente in frantumi.

Un tempo si sentivano orgogliosi, oggi si barcamenano come possono. E la frustrazione cresce, giorno dopo giorno. Nel frattempo, sono arrivate le famose “strategie aziendali”: affitti di rami d’azienda, uscite incentivate, chiusure improvvise.

Una vita in bilico

Un linguaggio freddo per dire che la gente veniva lasciata a casa o spostata senza grandi spiegazioni. Si è creata un’atmosfera strana, quasi sospesa. Come se tutto potesse cambiare da un momento all’altro, e nessuno avesse più davvero il controllo.

E poi c’erano (anzi, ci sono) le voci. Voci su vendite, cessioni, nuovi arrivi. Tante parole, poche certezze. L’unica cosa chiara è che il futuro è un grande punto di domanda. Chi lavora nei negozi ormai ci convive, con questa sensazione di precarietà costante. E non è solo una questione di lavoro: è tutta la propria vita che viene messa in discussione.

Supermercato (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Supermercato (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Tra promesse mancate e silenzi troppo lunghi

Carrefour ha deciso di mollare tutto, lasciare l’Italia. Come riportato da Collettiva.it, i dipendenti si sono trovati di fronte al nulla: niente informazioni chiare, nessuna idea concreta su cosa succederà ai negozi, ai posti di lavoro, al contratto. Il caos. C’è chi teme che i punti vendita vengano smembrati, venduti pezzo per pezzo. E il rischio è che chi resta si trovi a lavorare con condizioni peggiori, più ore, meno tutele. Insomma, la classica operazione in cui ci perde solo chi sta sul campo.

E il silenzio, da parte di chi dovrebbe dare risposte, è diventato insopportabile. Claudia Tavelli lavora lì da più di vent’anni. Era entrata quando ancora si chiamava GS. “All’inizio era tutto diverso”, racconta. Si stava bene, c’era un senso di appartenenza. Poi, a poco a poco, è cambiato tutto. Tagli, incentivi all’uscita, sempre meno colleghi. “Adesso è impossibile conciliare vita e lavoro”, dice senza mezzi termini. E non è la sola a pensarla così.