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Creati ovuli umani da cellule della pelle: una svolta nella lotta all’infertilità

Una svolta drastica riguardante gli ovuli

Una svolta drastica riguardante gli ovuli (Shutterstock foto) - www.biomedicalcue.it

Un passo così ambizioso non era mai stato compiuto. Un ostacolo apparentemente insormontabile potrebbe esser stato abbattuto definitivamente

Un gruppo di ricercatori provenienti dall’Oregon Health & Science University si sono resi protagonisti di un risultato che, per stessa ammissione dell’autore Shoukhrat Mitalipov, si pensava inizialmente impossibile.

Il tema sul quale la ricerca si è concentrato riguarda l’infertilità: ad essere stato proposto è uno sviluppo alternativo capace di permettere la gametogenesi in vitro, portando alla creazione di gameti per il trattamento dell’infertilità. Questa condizione tende a colpire prevalentemente le donne in età materna avanzata, ma che non risparmia neppure gli uomini, porta alla mancanza di ovuli o spermatozoi in grado di svolgere il processo di fecondazione.

Ma con questo approccio, le cellule della pelle potrebbero essere trasformate in veri e propri ovuli, in grado in tutto e per tutto di dare origine a embrioni umani, che consentirebbero anche a persone dello stesso sesso di procreare una vita umana che presenti legami genetici con ambedue i futuri genitori.

Questa ricerca vede tra i suoi finanziatori, oltre che gli stessi fondi istituzionali in possesso dell’OHSU, la Haploid Gamete Research Foundation e la Open Philanthropy, ma vanta un significativo supporto offerto anche dalla Hevolution Foundation, dalla Rosenkranz Foundation, nonché dal Longevity Impetus Grant di Norn Group.

Un possibile punto di svolta

Se il processo basilare si è frequentemente soffermato esclusivamente sul tentativo di riprogrammazione delle cellule staminali pluripotenti, indotte in spermatozoi e ovociti, impiegando però anche diversi anni prima di raggiungere l’effettivo compimento, ecco che i ricercatori dell’OHSU hanno optato per una nuova e avanguardistica tecnica. Procedendo verso tale strada, il nucleo delle cellule epiteliali viene trapiantato all’interno di un ovulo donato, precedentemente privato del suo nucleo.

Un processo tutt’altro che ordinario, che si compone di 3 fasi, le quali devono risultare perfettamente incastrate l’una con le altre: innanzitutto i ricercatori trapiantano il nucleo, come abbiamo appena avuto modo di comprendere, e successivamente il nucleo interno alla cellula cutanea impiantata, dato lo stimolo provocato dal citoplasma, si rende protagonista di un processo analogo alla meiosi, scartando oltre metà dei suoi cromosomi.

Fertilità e rapporto di coppia
Fertilità e rapporto di coppia (Pixabay foto) – www.biomedicalcue.it

Seguiranno ulteriori sviluppi

In questo modo si ottiene un ovulo aploide che vanta 23 cromosomi, invece di 46. Il risultato finale risiede proprio nell’origine di un embrione diploide che, disponendo di due differenti serie di cromosomi, sarebbe addirittura in grado di originare prole, data la presenza di cromosomi provenienti da entrambi i genitori.  La prima autrice dello studio e ricercatrice presso il Centro per la Terapia Embrionale e Cellulare dell’OHSU, Nuria Marti Gutierrez, ha confermato la continuazione futura della ricerca, in modo da comprendere ulteriori informazioni circa la possibilità di appaiare e separare cromosomi anche artificialmente.

A dettare le linee guida sulle quali la ricerca si è svolta è stato il Comitato Etico Istituzionale dell’OHSU, che ne ha gestito la supervisione, esaminando, in collaborazione con il Comitato di Monitoraggio della Sicurezza dei Dati, le donazioni di gameti, l’utilizzo dei campioni nel merito della ricerca e la possibilità di eventi avversi, non precedentemente calcolati. A riportarlo è il portale ufficiale dell’OHSU.