L’esercizio del padre migliora la salute dei figli: i benefici si trasmetterebbero ai figli tramite microRNA

Illustrazione di un esercizio fisico (Canva FOTO) - biomedicalcue.it
E’ stato scoperto che l’esercizio fisico dei padri sembrerebbe influenzare la salute dei figli. E la spiegazione non è assolutamente banale.
Può sembrare una di quelle storie da raccontare in palestra: “se il padre si allena, i figli nasceranno più sani”. Eppure, questa volta, non è una leggenda metropolitana. Uno studio condotto dalla Nanjing University School of Life Sciences, pubblicato su Cell Metabolism, mostra per la prima volta che l’attività fisica paterna può davvero lasciare un’impronta biologica nei figli, trasmettendo loro una migliore capacità di resistenza e un metabolismo più efficiente.
La chiave di questo effetto sta nei microRNA presenti nello sperma: minuscole molecole che funzionano come messaggeri genetici e che, a quanto pare, sono in grado di “trasportare” i benefici dell’esercizio da una generazione all’altra. In pratica, l’allenamento del padre non si limita a rafforzare i muscoli, ma rimodella il codice epigenetico che verrà trasmesso al futuro embrione.
Questa scoperta è il frutto di una ricerca coordinata da Chen-Yu Zhang, Xi Chen e Di-Jun Chen della Nanjing University, in collaborazione con Tao Zhang della Nanjing Medical University. Lo studio ha analizzato come i segnali molecolari derivati dall’esercizio fisico possano “riprogrammare” i geni nelle prime fasi dello sviluppo embrionale.
L’idea è tanto affascinante quanto rivoluzionaria: ciò che un individuo fa prima del concepimento (le sue abitudini, il suo livello di attività fisica), potrebbe influenzare direttamente la salute dei suoi futuri figli.
L’impronta del padre
Il team di ricerca ha osservato che i figli di topi maschi allenati mostravano una maggior capacità di resistenza fisica e parametri metabolici più sani rispetto a quelli nati da padri sedentari. Lo stesso effetto si verificava anche nei cuccioli di topi geneticamente modificati per sovraesprimere la proteina PGC-1α, nota per il suo ruolo nel migliorare la funzione dei mitocondri, le “centrali energetiche” delle cellule. Anche senza ereditare direttamente il gene, la prole manteneva i benefici metabolici e la maggiore efficienza energetica.
Ma il dettaglio più sorprendente arriva dagli esperimenti di trasferimento: iniettando i piccoli RNA spermatici dei padri allenati in zigoti normali, i ricercatori sono riusciti a replicare lo stesso fenotipo nei figli, sia a livello comportamentale che metabolico e molecolare. In altre parole, i microRNA spermatici da soli erano sufficienti a trasmettere i vantaggi dell’esercizio fisico. A livello molecolare, questi RNA agiscono riducendo l’espressione di NCoR1, un repressore dei geni che stimolano la biogenesi mitocondriale, favorendo così lo sviluppo di un metabolismo più efficiente.
Il linguaggio nascosto dei microRNA
Il meccanismo è complesso ma elegante. Sia l’allenamento che l’aumento di PGC-1α nei muscoli modificano il profilo dei microRNA nello sperma, creando una sorta di “memoria epigenetica”. Queste molecole, una volta trasmesse all’embrione, riprogrammano l’espressione genica durante le prime fasi dello sviluppo, riducendo i livelli di NCoR1 e accendendo i geni legati alla produzione di energia. È un effetto a catena, quasi un “effetto farfalla” biologico: piccoli cambiamenti iniziali che portano a grandi differenze nel metabolismo e nella resistenza fisica dei figli.
Lo studio suggerisce anche che questo tipo di eredità non riguarda solo i muscoli. Le modifiche epigenetiche indotte dai microRNA paterni sembrano influenzare anche fegato e tessuto adiposo, migliorando la gestione del glucosio e la sensibilità insulinica. Tuttavia, non tutto è uniforme: le figlie femmine, ad esempio, non mostravano gli stessi miglioramenti dei maschi, a meno che i padri non avessero una forte espressione di PGC-1α. Questo dimostra che gli effetti del movimento possono dipendere dal sesso e da complesse interazioni genetiche.