Patatine in busta, “ti fanno venire il cancro” | Mia madre aveva ragione: i medici hanno fatto una scoperta agghiacciante

Busta di patatine generica e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Una recente scoperta scientifica riaccende i riflettori sui rischi legati a snack industriali e abitudini alimentari moderne.
Negli ultimi tempi, è diventato quasi impossibile non imbattersi in discussioni sull’alimentazione. Ovunque si parla di cosa fa bene, cosa fa male, cosa evitare. Non è solo una moda o l’ennesimo trend salutista. C’è una crescente consapevolezza, anche tra i più giovani, su quanto il cibo influenzi la salute. Non è più solo questione di peso o di linea, ma di qualcosa di molto più serio.
A pensarci bene, non è poi così strano. Viviamo in un mondo dove il pranzo spesso esce da una confezione di plastica e lo spuntino si pesca al volo da una busta colorata. Abbiamo dato per scontato che la comodità valga più della qualità, e forse, per un po’, ha anche funzionato. Ma ora quella sensazione di praticità inizia a lasciare spazio a una certa inquietudine. Sempre più voci mettono in dubbio ciò che prima sembrava innocuo.
Quante volte, crescendo, ci siamo sentiti dire: “Quelle cose non ti fanno bene”? A volte lo diceva la mamma, a volte la nonna. Ma tanto, diciamolo, chi li ascoltava sul serio? Erano quei consigli che entravano da un orecchio e uscivano subito dall’altro. Ora però, quelle frasi buttate lì quasi per abitudine, stanno tornando a galla. Con una forza diversa. Come se, tutto d’un tratto, avessero un peso scientifico — e non solo affettivo.
La cosa più strana è che non si parla più solo di “dieta bilanciata” o “meno zuccheri”. No. Il discorso si sta spostando su un terreno molto più serio. Alcuni recenti studi stanno facendo tremare anche i più scettici. Non si tratta più di qualche chilo di troppo, ma di rischi reali e — a quanto pare — sottovalutati fino ad ora.
Quando il cibo comodo nasconde insidie inaspettate
Una ricerca pubblicata su Nature Reviews Endocrinology e ripresa da Il Sole 24 Ore ha evidenziato un dato preoccupante: i casi di tumore al colon-retto stanno crescendo tra i giovani. E parliamo di una fascia d’età ben precisa: dai 20 ai 29 anni. L’aumento annuo? Quasi l’8%. Ma la cosa davvero spiazzante è che nella maggior parte dei casi non c’è alcuna predisposizione genetica. Non c’entra l’ereditarietà. Il dito, stavolta, viene puntato altrove.
Al centro del problema ci sono i famosi cibi ultraprocessati. Sì, proprio quelli che troviamo ovunque: snack confezionati industrialmente (come le patatine in busta ma non solo), merendine, bibite gassate, pasti pronti, cereali pieni di zucchero, ecc. La prof.ssa Annamaria Colao, del Consiglio Superiore di Sanità, ha dichiarato senza troppi giri di parole che questi alimenti, insieme all’obesità, triplicano il rischio di alcuni tumori, soprattutto quelli dell’apparato digerente: “L’obesità, in primis, e i cibi ultraprocessati, in associazione, sono entrambi fattori che raddoppiano e triplicano alcuni tumori, in particolare quelli del tratto digestivo e quindi del cancro del colon“.
Una conferma che lascia poco spazio ai dubbi
I dati parlano chiaro. Uno studio durato più di vent’anni e pubblicato sul British Medical Journal ha osservato oltre 46.000 uomini, scoprendo che chi mangia più cibi ultraprocessati ha un rischio di tumore al colon più alto del 29%. E no, il problema non è il sovrappeso: anche con un peso nella norma, il rischio resta. Perché? Perché questi alimenti alterano il microbioma intestinale, infiammano il corpo e sballano la regolazione dell’insulina.
C’è però anche una buona notizia, e non è una di quelle messe lì per addolcire la pillola. Pare che lo yogurt — sì, proprio lui — possa avere un effetto protettivo. Secondo la Harvard School of Public Health, consumarlo regolarmente aiuta a ridurre il rischio di cancro al colon. Merito dei probiotici e di quei “batteri buoni” che aiutano l’intestino a rimanere in equilibrio. Un piccolo gesto quotidiano che, forse, vale più di quanto pensiamo.