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Acqua, scatta l’allarme rosso: altro che pura, è piena di questa sostanza pericolosa | Fa del male a te ma soprattutto a tuo figlio

Bicchiere d'acqua e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Bicchiere d'acqua e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Un bicchiere d’acqua può sembrare innocuo, ma dietro la trasparenza si nascondono sostanze che mettono a rischio i più piccoli.

Bevi un bicchiere d’acqua e pensi: “ok, è pulita”. Ma sei proprio sicuro? Cioè, è chiaro che l’acqua potabile viene controllata, filtrata, trattata… però c’è sempre quel dubbio che resta, soprattutto quando si iniziano a sentire certi dati. E no, non si parla di paesi lontani o situazioni limite: ci sono sostanze invisibili che si nascondono, anche se in piccolissime quantità.

Il punto è che le regole cambiano da una parte all’altra del mondo, e quello che oggi è considerato accettabile potrebbe non esserlo più tra qualche anno. O forse già non lo è, ma non ce ne siamo accorti. Le leggi, spesso, fanno fatica a tenere il passo con le scoperte scientifiche, e nel frattempo chi ci rimette siamo noi. O meglio: le persone più fragili, che magari non possono scegliere un’acqua diversa o non sanno nemmeno che esiste un problema.

Tra queste categorie ci sono soprattutto le donne in gravidanza e i neonati. E qui la faccenda si fa seria. Perché alcuni studi recenti stanno iniziando a collegare la presenza di sostanze specifiche nell’acqua a conseguenze sulla salute dei più piccoli.

Poi c’è tutta la questione dell’agricoltura. Eh sì, perché gran parte dell’inquinamento dell’acqua arriva proprio dai fertilizzanti e dai liquami degli allevamenti. E no, non succede solo nelle campagne: le falde si spostano, arrivano ovunque, anche nelle grandi città. E noi continuiamo a pensare che l’acqua chiara voglia dire acqua pulita.

Una scoperta che cambia le carte in tavola

C’è uno studio uscito su PLOS Water, e riportato da Il Salvagente, che sta facendo parecchio rumore: più di 350mila nascite analizzate in Iowa, tra gli anni ’70 e ’80. Secondo i ricercatori, bastano 0,1 milligrammi per litro di nitrati nell’acqua – praticamente niente, tipo l’1% del limite attuale fissato negli Stati Uniti – per notare un aumento del rischio di parto prematuro e di neonati sottopeso.

Jason Semprini, che ha guidato la ricerca alla Des Moines University, è stato piuttosto chiaro: “Nessun livello sembra davvero sicuro in gravidanza”. Il momento più delicato? I primi mesi dopo il concepimento. È lì che il feto è più vulnerabile. Ma com’è la situazione in Europa?

Neonato prematuro (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Neonato prematuro (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Il pericolo nascosto nei piccoli gesti quotidiani

In Europa, l’Efsa consiglia di non superare i 3,7 mg di nitrati per chilo di peso corporeo al giorno. Ma sai quanto ci vuole a superare quella soglia con un neonato di 5 kg? Praticamente niente, soprattutto se usi acqua contaminata per preparare il latte. Non è per fare allarmismo, ma i numeri parlano da soli.

Lo studio mostra anche che bastano minime esposizioni per accorciare la durata della gravidanza – anche solo di mezza giornata – e aumentare del 9% il rischio di nascita prematura. E il paradosso è che livelli più alti non sembrano peggiorare i dati, il che fa pensare che… beh, i limiti che ci sono oggi non proteggono poi così tanto. Alla fine, il problema agricolo diventa una questione sanitaria. E da qui in poi – sempre secondo Il Salvagente – servono limiti più bassi, più controlli e più trasparenza, perché in gioco c’è qualcosa che non può aspettare: la salute delle madri e dei bambini.