ALLARME ANTIBIOTICI: se li assumi in questo modo non stai curando nulla | Il medico non te lo dice mai ma questa bevanda li annulla

Antibiotici e assunzione (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Piccoli gesti quotidiani che sembrano innocui, ma rischiano di rovinare tutto con questa cura antibiotica.
Quante volte prendiamo una medicina al volo, convinti di fare la cosa giusta? Magari con un bicchiere d’acqua qualsiasi, o addirittura accompagnandola con qualcosa di completamente a caso, senza pensarci troppo. In fondo, l’importante è prenderla, no? E invece no: anche il contesto in cui si assume un farmaco può fare la differenza, e a volte quella differenza non è affatto da poco.
C’è un dettaglio che spesso passa inosservato: quello che mangiamo e beviamo può dialogare con i medicinali. E non sempre si tratta di un dialogo costruttivo. Alcuni alimenti – così come certe sostanze comunissime nella nostra dieta – possono modificare il modo in cui un farmaco agisce. Non è magia, è biochimica. Ma il risultato è che un medicinale può risultare più debole, o comunque meno efficace, a seconda di ciò che ingeriamo insieme a lui.
Questa cosa, per quanto poco nota, non è affatto rara. Anzi, succede molto più spesso di quanto immaginiamo. Il punto è che non tutti i microrganismi reagiscono allo stesso modo, e nemmeno tutti i farmaci. Dipende da un mucchio di fattori: dal tipo di batterio, dalla struttura molecolare della sostanza, perfino da certe caratteristiche genetiche.
Eppure, nei foglietti illustrativi o nelle spiegazioni frettolose in ambulatorio, questo tipo di informazioni raramente viene fuori. Ci si concentra su dosi, orari, controindicazioni, ma certi “dettagli” restano in secondo piano. Il risultato? Chi assume il farmaco con leggerezza rischia di compromettere i risultati della terapia, senza nemmeno accorgersene.
Una scoperta fatta partendo da semplici test
Un recente studio di laboratorio ha dimostrato come una sostanza comunissima, presente praticamente in tutte le case, sia in grado di interferire con l’azione di alcuni antibiotici. I ricercatori hanno testato una novantina di ingredienti e composti di uso quotidiano su un batterio molto studiato, l’Escherichia coli. Tra tutte le sostanze, ce n’è stata una che ha dato una risposta inaspettata, attivando un meccanismo molecolare interno che ha modificato il modo in cui il batterio si comportava sotto effetto del farmaco.
La sostanza in questione ha stimolato una proteina chiamata Rob, che a sua volta ha alterato il sistema di trasporto cellulare. Questo significa che alcuni antibiotici, come quelli della famiglia dei fluorochinoloni, avevano più difficoltà a penetrare all’interno della cellula batterica. Risultato: l’E. coli resisteva un po’ di più alla terapia. Curiosamente, questa reazione non è stata osservata in batteri simili, come la Salmonella, il che suggerisce che l’effetto sia legato alla specifica struttura genetica della specie. Lo studio è stato riportato da ScienceAlert e ripreso da Everyeye.it, ma di che sostanza si parla?
Una presenza quotidiana che può fare la differenza
Il composto al centro della questione è la caffeina. Quando presente durante l’assunzione di alcuni antibiotici, in particolare la ciprofloxacina, può ridurre l’efficacia della terapia, rendendo il batterio meno vulnerabile. Non si tratta di una resistenza completa, certo, ma è comunque un’interferenza misurabile, che potrebbe influenzare i tempi di guarigione.
È bene ricordare che si parla di esperimenti condotti in vitro, quindi i dati non sono automaticamente applicabili al corpo umano. Tuttavia, il messaggio che ne esce è chiaro: anche una semplice abitudine quotidiana, come bere caffè durante una cura, può influire sul modo in cui il nostro organismo risponde a un antibiotico.