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Parma, trapianto innovativo ridà l’udito a un bambino di 2 anni

Intervento chirurgico

Intervento chirurgico udito illustrazione (Canva foto) - www.biomedicalcue.it

Parma, un trapianto innovativo ridà l’udito a un bambino di 2 anni: l’intervento vince la sfida della medicina moderna.

A volte la medicina riesce a sfiorare l’impossibile, regalando storie che sembrano uscite da un racconto di speranza. È quello che è accaduto a Parma, dove un bambino di appena due anni ha compiuto un piccolo grande miracolo: ha cominciato a sentire per la prima volta.

Il suono di una voce, un rumore improvviso, una risata: cose quotidiane per la maggior parte di noi, ma mai sperimentate da lui. Nato con una rarissima condizione che lo aveva privato dei nervi dell’udito, sembrava che nulla potesse permettergli di percepire il mondo sonoro che lo circondava.

Nel silenzio in cui è venuto al mondo, nessuna tecnologia tradizionale poteva intervenire. I classici impianti cocleari non erano un’opzione. Ma a volte, quando tutto sembra fermarsi, la determinazione dei medici e le possibilità della scienza aprono nuove strade, anche dove prima c’era solo buio.

Un’equipe di professionisti ha affrontato una delle sfide più delicate della neurochirurgia pediatrica, mettendo in gioco non solo competenze mediche avanzate, ma anche coraggio, empatia e fiducia. Perché ridare un senso a un bambino non è solo una questione clinica: è un atto di profonda umanità.

Una sfida neurochirurgica unica in Italia

È successo all’Ospedale di Parma, dove il piccolo è stato sottoposto a un intervento eccezionale. Grazie a una microplacca di soli 2,5 x 6 millimetri, con 21 elettrodi, i medici hanno stimolato direttamente il tronco dell’encefalo, bypassando del tutto i nervi uditivi, che nel suo caso non esistevano. Un’operazione delicatissima, realizzata in una zona del cervello vicina a centri nervosi vitali.

Secondo quanto riportato da Ansa, l’intervento è stato possibile grazie alla sinergia tra il dottor Maurizio Falcioni e il dottor Maurizio Guida, due specialisti che lavorano da anni su questi casi eccezionali. Il loro lavoro ha permesso di aprire una finestra sul mondo per questo bambino, che oggi sta imparando a riconoscere i suoni e a usarli per comunicare.

Apparecchio acustico
Bambino con apparecchio acustico illustrazione (Canva foto) – www.biomedicalcue.it

I primi suoni, le prime risposte

Subito dopo l’attivazione dell’impianto, il piccolo ha cominciato a reagire: si è calmato, è diventato più attento, più presente. Una trasformazione che ha lasciato senza parole anche i familiari, seguiti da vicino da un’équipe logopedica che lo accompagna passo dopo passo.

A distanza di otto mesi, i risultati sono visibili: il bambino riconosce i suoni e inizia a vocalizzare. Non è solo un traguardo medico, ma un cambiamento profondo che coinvolge tutta la sua quotidianità. Ora può ascoltare il mondo, può interagire, può iniziare un cammino nuovo, fatto di parole, affetti e scoperte sonore che prima gli erano negate.