“Non sappiamo se arriva a domani”: Inter, tifosi con il fiato sospeso per il loro Campione | Il malore lo ha colpito all’improvviso

Giocatori dell'Inter (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Ansia e speranza tra i tifosi dell’Inter: il loro fuoriclasse sta affrontando la partita più dura della sua vita dopo un malore improvviso.
Ci sono giornate in cui il calcio, quello che siamo abituati a vivere tra esultanze e polemiche da bar, sembra fermarsi. Succede quando accade qualcosa che va oltre il campo, qualcosa che tocca corde più profonde. Un campione, un volto familiare, una leggenda.
E in un attimo il tifo diventa attesa. Silenziosa, trepidante. E sì, anche un pò impaurita. Perché non importa che non si conoscano di persona, quando certi nomi fanno ancora sognare San Siro, restano per sempre.
E quando si scopre che stanno male, beh… il cuore di un’intera tifoseria si stringe. Ci si ritrova a sperare, tutti insieme, anche se nessuno ha il coraggio di dire ad alta voce cosa si teme. Intanto la squadra va avanti, gioca, vince o perde.
Ma c’è una specie di ombra sottile che scorre tra i pensieri di chi ama quei colori. Un pensiero fisso, quasi nascosto: “Come sta? Ce la farà?”. È strano, no?, come si crei un legame così forte con qualcuno che, forse, non si è mai incontrato di persona. Ma quando si ama il calcio, succede anche questo.
Un filo teso
E così si aspetta. Si ricordano le magie, i tocchi geniali, le partite indimenticabili. E si prova a scacciare la paura, ripetendosi che uno come lui non può arrendersi. Non adesso, non così. È un pensiero ingenuo forse, ma sincero. E in certi momenti, è tutto quello che resta.
La storia, purtroppo, è cominciata in maniera brutale. Il 9 gennaio, un amico bussa alla porta di casa sua per andare insieme a Pavia, ma lo trova… confuso. Cosciente, sì, ma quello che dice non ha senso. Viene portato subito alla Poliambulanza di Brescia, dove una tac svela un’emorragia cerebrale. Poche ore dopo, la situazione peggiora. Il coma. Terapia intensiva. E quei medici che, come rivelato dalla stessa moglie, con gli occhi bassi, sussurrano: “Non sappiamo se arriva a domani”.
Abbracci invisibili da tutta la famiglia interista
Poi, un barlume. Come riporta sempre Sportmediaset, il 27 febbraio, Evaristo Beccalossi comincia a risvegliarsi. Dopo 47 lunghissimi giorni. Oggi, come racconta sua moglie Danila al Corriere della Sera, affronta la riabilitazione. Non con entusiasmo, eh. Come quando era giocatore, sbuffa all’idea di allenarsi. In palestra ci va quasi controvoglia, lo confessa lei stessa ridendo. Ma ci va. E questo basta. Durante quei giorni bui, non è stato solo.
Tanti amici e vecchi compagni non hanno mai smesso di chiedere sue notizie. Bordon, Oriali, Serena, Altobelli… tutti con il cuore lì, in quella stanza d’ospedale. Ora Evaristo, che ha appena spento 69 candeline, guarda qualche partita dell’Inter sul cellulare, ma “a sprazzi”, dice sua figlia Nagaja.