Osteoporosi, tutta colpa di questa vitamina | Rimedia con questi alimenti: in pochi giorni i tuoi esami tornano regolari

Un deficit inaspettato (depositphotos.com) - www.biomedicalcue.it
L’osteoporosi può essere causata da una sorprendente carenza. Scopri di quale si tratta e come rimediare per la tua salute.
Talvolta, dietro alcune patologie silenziose ma gravi come l’osteoporosi, si cela un semplice sbilanciamento biochimico, capace però di attivare meccanismi complessi e degenerativi.
Il corpo umano funziona come un orologio di precisione: se un ingranaggio si ferma, l’intero sistema ne risente. Spesso però si commette l’errore di ignorare i segnali iniziali, scambiandoli per stanchezza.
Tuttavia, ci sono situazioni in cui il campanello d’allarme suona più forte: dolori diffusi, muscoli deboli, sonno disturbato e nervosismo inspiegabile.
A volte, la risposta a questi sintomi si trova proprio nei livelli di una sostanza che molti associano solo al sole e alle ossa. Eppure, il suo ruolo si estende ben oltre.
Un deficit serio
Il principale nemico nascosto dell’osteoporosi potrebbe essere, quindi, il deficit di vitamina D. Secondo Auxologico, quando i livelli ematici scendono sotto i 30 ng/L, si parla di ipovitaminosi D: una condizione che può rimanere silente a lungo, ma nel tempo indebolisce le ossa, rendendole fragili e predisposte a fratture. Questa vitamina, è fondamentale non solo per l’assorbimento di calcio e fosforo, ma anche per mantenere attivo il metabolismo osseo e prevenire patologie come rachitismo, osteomalacia e osteoporosi.
La carenza di vitamina D può essere influenzata da vari fattori: una scarsa esposizione ai raggi UVB, l’uso costante di creme solari, malattie renali o epatiche, l’assunzione di determinati farmaci oppure una dieta carente di nutrienti. Sono particolarmente a rischio le persone che vivono in zone poco soleggiate, coloro che hanno la pelle molto scura, chi conduce una vita sedentaria o chi soffre di malattie croniche intestinali come il morbo di Crohn e la celiachia.
Quali test fare e cosa mangiare
Secondo Auxologico il test specifico per diagnosticare il deficit di vitamina D è il dosaggio ematico del 25-idrossicalciferolo, da effettuare su indicazione medica. Una volta identificata la carenza, è possibile intervenire con un’integrazione mirata o con una correzione dell’alimentazione. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono i pesci grassi come salmone e sgombro, il tuorlo d’uovo, il latte e i suoi derivati, i funghi porcini e l’olio di fegato di merluzzo. Esistono inoltre in commercio prodotti fortificati, come latte vegetale, cereali e yogurt arricchiti.
In caso di necessità, l’integrazione tramite supplementi rappresenta un’opzione valida, ma è fondamentale che venga sempre supervisionata da uno specialista. Un eccesso di questi integratori, infatti, potrebbe causare sintomi tossici a carico dei reni e del cuore. Tuttavia, la vera soluzione rimane la prevenzione: è consigliabile esporsi al sole per almeno un quarto d’ora ogni giorno, seguire una dieta varia e controllare regolarmente i livelli ematici di vitamina D.