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Svolta nella cura dell’Alzheimer: un vaccino è in grado di fermare la malattia | Tutti dovranno sottoporsi ad iniezione

rappresentazione deterioramento cerebrale

Un’iniezione può ridurre il rischio precoce (pixabay.com) - www.biomedicalcue.it

Il vaccino e la prevenzione dell’Alzheimer: un’iniezione può ridurre il rischio precoce fino a sette volte.

Ci sono momenti in cui la medicina riesce a raggiungere traguardi che, solo poco tempo fa, sembravano impossibili: combattere e mettere in secondo piano una delle malattie più temute del nostro tempo, l’Alzheimer.

La sola idea di poter adottare misure preventive nei confronti di questa malattia ha il potere di trasformare il modo in cui concepiamo la vecchiaia, la memoria e, non da ultimo, la speranza.

Oggi, infatti, l’Alzheimer non è più solo un destino inevitabile, ma potrebbe diventare una condizione persino, si spera, prevenibile.

La rivoluzione proviene da uno dei virus più comuni e da un vaccino già in commercio: un’iniezione che potrebbe rappresentare il primo vero scudo contro la demenza.

Una scoperta risolutiva?

Secondo Napoli Today, uno studio, condotto su oltre 130. 000 adulti e durato più di vent’anni, ha rivelato che l’infezione da herpes zoster – il virus responsabile del Fuoco di Sant’Antonio – aumenta notevolmente il rischio di sviluppare l’Alzheimer e altre forme di demenza. Ebbene chi è stato ospedalizzato per una forma grave di herpes zoster ha una probabilità fino a sette volte superiore di affrontare una demenza precoce, specialmente nella fascia di età tra i 50 e i 65 anni. Le evidenze ora supportano l’ipotesi che il virus possa raggiungere il cervello, attivando processi infiammatori che provocano la degenerazione neuronale.

L’herpes zoster può colpire chiunque abbia contratto la varicella in passato. Questo virus rimane latente nell’organismo e si riattiva con l’avanzare dell’età, a causa del naturale indebolimento del sistema immunitario. In Italia, ogni anno, colpisce oltre 150. 000 persone, in particolare anziani e adulti in età lavorativa.

braccio con herpes zoster
L’herpes zoster può colpire chiunque (depositphotos.com) – www.biomedicalcue.it

Il parere della comunità scientifica

Secondo Napoli Today, con l’uscita di scena del vaccino Zostavax, l’attenzione si è concentrata su Shingrix, una nuova formulazione che promette una protezione ancora più elevata. Negli studi preliminari, il precedente vaccino Zostavax ha dimostrato di ridurre del 20% il rischio di sviluppare demenza nei sette anni successivi alla vaccinazione. Ci si aspetta pertanto risultati ancora più incoraggianti da questa nuova opzione. Gli esperti suggeriscono che il vaccino non agisca direttamente sull’Alzheimer, ma prevenga la riattivazione del virus che potrebbe scatenare infiammazioni cerebrali e morte neuronale.

La comunità scientifica internazionale sta ora riconsiderando seriamente il ruolo delle infezioni virali nella genesi delle malattie neurodegenerative. Un recente studio svedese, ad esempio, ha messo in luce una correlazione tra il virus dell’herpes labiale (HSV1) e un aumento del rischio di demenza, raddoppiato nei soggetti infetti rispetto alla popolazione generale.